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Meneghin e D’Antoni, la rimonta sull’Aris, la finale scudetto persa nell’84. Il mitico coach racconta in un libro 10 anni alla guida della squadra di Milano: "Mi ha reso ciò che sono"
Fabrizio Salvio
5 aprile - 10:29 - MILANO
"La storia siamo noi. Io, Dan Peterson, e l’Olimpia Milano, la squadra di basket che negli Anni Ottanta ho allenato e portato in cima al mondo, tra scudetti (quattro) e coppe, compresa la più prestigiosa, quella dei Campioni. Di quella squadra oggi canto le gesta, in 100 capitoli di un libro che è la storia, appunto, mia e di quei giocatori che mi hanno accompagnato; alcuni già vincenti e famosi (Dino Meneghin), altri che nessuno o quasi conosceva e che io ho reso – ho contribuito a rendere – grandi e immortali (Mike D’Antoni). Per quei giocatori mi sarei buttato nel fuoco, e loro lo hanno fatto per me. Ne abbiamo attraversate, di fiamme, e ne siamo sempre usciti vivi; scottati, certo, ma spesso vincenti. E quanto mi manca, dio se mi manca, sentirlo ancora, quel fuoco bruciarmi la pelle. Di passione, di ambizione e di vita". Potrebbe finire qui, la sinossi del racconto scritto dal coach targato Usa dei dieci anni sulla panchina delle Scarpette Rosse, dal ’78 all’87 e poi ancora nel 2011, "una parentesi brevissima, ma l’ideale chiusura del cerchio, per la quale ringrazio ancora adesso Giorgio Armani", ma vale ovviamente la pena (con lui vale sempre la pena) che, a completare l’introduzione a una biografia che fotografa un’epoca di imprese ed eroi, sia il diretto interessato. Coach Dan.