Dagli spaghetti proibiti ai contratti milionari: cos'è l'Nil e come ha cambiato lo sport in America

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Duke's Cooper Flagg (2) shoots as Houston's Joseph Tugler (11) defends during the second half in the national semifinals at the Final Four of the NCAA college basketball tournament, Saturday, April 5, 2025, in San Antonio. (AP Photo/Stephanie Scarbrough)

Sta per "name, image and likeness", e permette agli atleti del college di sfruttare la loro popolarità per firmare contratti di sponsorizzazione, divenendo di fatto professionisti. 

Massimo Oriani

Giornalista

14 maggio 2025 (modifica alle 12:54) - MILANO

Agli americani piace la pasta. Sai che scoperta. Poi magari non la sanno cucinare (spaghetti and meatballs tra i piatti  preferiti, roba che da noi ti prendono a padellate in testa) ma ne vanno matti. Però occhio a mangiarne troppa. Accadde anni fa a tre giocatori di football della University of Oklahoma. A un banchetto per festeggiare una laurea, andarono oltre la quantità che la Ncaa riteneva sufficiente per un normale pasto. Apriti cielo! Ecco allora l'intervento a piedi uniti dell'ente che governa gli sport universitari. Violazione del regolamento! Come osate fare il bis di spaghetti? La multa? Ciascuno dei "colpevoli" ha dovuto versare tre dollari e 83 centesimi a un'ente caritatevole a loro scelta, l'equivalente del prezzo della pasta consumata in eccesso. Nel frattempo l'ateneo pagava l'allenatore della squadra 5.250.000 dollari l'anno. D'altronde grazie alla palla ovale in quella stagione aveva avuto introiti per un totale di 134.269.349 dollari. La definizione della parola ipocrisia nel vocabolario dovrebbe includere il termine Ncaa.

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