
Sta per "name, image and likeness", e permette agli atleti del college di sfruttare la loro popolarità per firmare contratti di sponsorizzazione, divenendo di fatto professionisti.
Agli americani piace la pasta. Sai che scoperta. Poi magari non la sanno cucinare (spaghetti and meatballs tra i piatti preferiti, roba che da noi ti prendono a padellate in testa) ma ne vanno matti. Però occhio a mangiarne troppa. Accadde anni fa a tre giocatori di football della University of Oklahoma. A un banchetto per festeggiare una laurea, andarono oltre la quantità che la Ncaa riteneva sufficiente per un normale pasto. Apriti cielo! Ecco allora l'intervento a piedi uniti dell'ente che governa gli sport universitari. Violazione del regolamento! Come osate fare il bis di spaghetti? La multa? Ciascuno dei "colpevoli" ha dovuto versare tre dollari e 83 centesimi a un'ente caritatevole a loro scelta, l'equivalente del prezzo della pasta consumata in eccesso. Nel frattempo l'ateneo pagava l'allenatore della squadra 5.250.000 dollari l'anno. D'altronde grazie alla palla ovale in quella stagione aveva avuto introiti per un totale di 134.269.349 dollari. La definizione della parola ipocrisia nel vocabolario dovrebbe includere il termine Ncaa.