Da Calhanoglu a Barella: Inter, il tradimento dei senatori

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Nella serata della disfatta contro il Psg sono mancati soprattutto i leader

Dal nostro inviato Francesco Pietrella

1 giugno - 20:25 - MONACO DI BAVIERA (GERMANIA)

Soldati, caporali e ufficiali hanno lasciato solo il generale nel momento più importante. Dietro i cinque schiaffoni della sconfitta più pesante della storia dell’Inter e di Inzaghi c’è il “tradimento” dei leader, i fedelissimi, quelle colonne d’Ercole che avevano chiuso l’accesso alle navi di mezza Europa. Sabato hanno lasciato passare quelle francesi.

colpe

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La disfatta nerazzurra è nel destro di Barella da fuori area nella ripresa, finito dritto in curva; è nella disattenzione di Dimarco, stralunato e fuori fase da mesi, che tiene in gioco Hakimi sull’1-0 e quasi si dimentica di fare il fuorigioco; è in un Mkhitaryan spaesato e confuso come mai prima di ieri; è in un Calhanoglu surclassato dal ventunenne Neves e da un fraseggio stretto capace di imbrigliare lui e tutta la squadra, che l'armeno definì "Ingiocabile"; la mannaia è anche nel colpo d’astuzia di Pacho, difensore arcigno e astuto, che anticipa la copertura di Barella e innesca Kvara in occasione del 2-0 di Doué. Infine, è nella versione più ombrosa e mai vista della ThuLa, stanca e fiaccata da un ultimo mese davvero dispendioso. Lautaro, uscito per infortunio al Montjuic il 30 aprile, non giocava da Inter-Barcellona del 6 maggio. Mentre Thuram, risparmiato a Como, aveva giocato titolare in Inter-Lazio. Nel 2025, in campionato, ha segnato solo contro Empoli e Parma. In Champions è stato decisivo più volte - Feyenoord, Barcellona -, ma il Marcus del girone d’andata s’è spento con l’arrivo della Primavera. 

i cambi

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L’Inter ha chiuso una delle partite più importanti della storia recente impensierendo Donnarumma soltanto sul 4-0, con un destro di Thuram neutralizzato da un Gigio versione soft, mai impegnato sul serio. Qualche appunto anche sui cambi. Taremi e Arnautovic, impiegati più volte in questa Champions, non hanno giocato neanche un minuto. Possibile che le due punte di scorta, al netto di una stagione tribolata per entrambi, non meritassero quel quarto d’ora della disperazione? All’ora di gioco, prima del tris di Doué, l’Inter aveva in campo quattro terzini: Zalewski, Darmian, Dumfries e Carlos Augusto (con Bisseck out dopo sei minuti per infortunio, cambio forzato). Nessuno di loro si è salvato. L’Inter ha lasciato l’Allianz in fretta e furia dopo aver ritirato la medaglia d’argento. A metterci la faccia è stato Barella: “Non nascondiamoci, è stata una partita a senso unico”. Il Psg ha preso la bell’armata di Simone, forte delle battaglie contro Bayern e Barcellona, e l’ha ricacciata nel fortino. Sarà dura ripartire.

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