Segnando 75 punti in due, Steph e Jimmy hanno eliminato Memphis e riproposto Golden State come potenziale squadra da titolo
Settantacinque punti in due. Trentotto Butler, trentasette Curry. La coppia d’assi di Golden State ha trascinato i Warriors ai playoff, al successo al play-in su Memphis e adesso la squadra di coach Kerr non parte battuta contro i giovani Rockets, anche se Houston ha il vantaggio campo, la testa di serie numero 2, mentre i californiani solo la 7. Però con quei due fenomeni, in una lega di stelle come la Nba, dove il copione impone che le partite le vincano (o le perdano) i campioni, i Dubs ora fanno paura a tutti. Mina vagante della post season 2025.
playoff jimmy
—
I Warriors dal suo arrivo – da Miami via scambio – hanno svoltato, con 24 vittorie e 8 sconfitte, da allora. Cifre da squadra da titolo. Butler ha aumentato il numero di tiri liberi per i Dubs, permette a Curry di riposare in panchina senza che nel frattempo i californiani vadano a picco, perde pochissime volte la palla, è calmo sotto pressione, aumenta la fiducia di chi gli sta vicino col suo carisma. E ha letture di gioco intelligenti su entrambi i lati del campo, ben oltre l’esperienza. Butler ha poi la reputazione di giocare al meglio le partite più importanti. Lo chiamano "Playoff Jimmy": ha saputo trascinare due versioni limitate dei Miami Heat sino alla Finals, dopotutto. A San Francisco non si sta smentendo. Nello “spareggio” playoff di stagione regolare, l’82ª partita, contro i Los Angeles Clippers, ha segnato 30 punti, allora primato personale con la nuova maglia. Contro Memphis l’ha ritoccato, portandolo a 38, il suo primato stagionale. Kerr ha dichiarato post gara: “Curry e Butler con la partita in bilico non hanno paura”. Jimmy è capobranco in spogliatoio e in campo, ma sa capire quando vicino ha un giocatore di talento superiore al suo. Sa mettersi a disposizione, come già fatto con Joel Embiid a Philadelphia, con l’atteggiamento giusto: “Ogni squadra con me può puntare a vincere, ma vale anche per Curry. Io qui devo giocare da Robin, lui è il mio Batman. E Steph è Batman se ne ho mai visto uno, arriva sempre per raddrizzare la giornata”.

solito steph
—
Curry è arrivato anche stavolta. Ha segnato 15 ultimi 19 punti dei Dubs nel successo in volata sui Grizzlies. Le triple marchio di fabbrica sono entrate, i tiri liberi la solita sentenza. Era acciaccato al pollice destro, quello della mano di tiro, ma se l’è “scordato” con la stagione al bivio. Non s’è fatto condizionare. Curry ha 37 anni, sa che con Butler di fianco ritrova una chance per giocarsela, per provare a conquistare il quinto anello di campione Nba. Anche solo avere una possibilità lo rigenera mentalmente e fisicamente. Il linguaggio del corpo è quello di chi è in fiducia, ci crede. Quel paradenti esce di bocca spesso, non sarà la linguaccia di Michael Jordan, ma è sinonimo di trance agonistica, di cattive notizie per gli avversari.
come curry-durant?
—
Due dei quattro titoli Curry li ha vinti con Kevin Durant vicino, ai Warriors. Butler è paragonabile a lui? Probabilmente per valore assoluto non con quello d’allora, ben più giovane del 35enne Jimmy Buckets di oggi. Però in assoluto, pur non avendo quel talento, sia atletico che tecnico, quei fondamentali offensivi, Butler “sposta” a livello di risultati persino più di Durant. Questo raccontano le rispettive carriere. Per cui sì, è paragonabile quantomeno come coperta di Linus per Curry che adesso sa di non dover far tutto da solo. Butler è più cerebrale di Durant e miglior passatore, ma non è alto quanto KD e si sogna quel raggio di tiro, quell’efficacia da 3 punti. “Lo so che vorreste vedermi tentare più triple – ha detto post partita -, ma analizzo le difese e poi decido cosa fare e comunque mi piacciono gli appoggi facili a canestro”. Ha il suo stile di gioco. Le comparazioni statistiche cominciano a fioccare, intanto. Contro i Clippers era diventato il primo Guerriero a giocare almeno 48’ in stagione regolare da quando lo fece Durant il 1 dicembre 2016. I 38 punti realizzati contro Memphis sono il massimo per un compagno di squadra di Curry ai Dubs dal 2019 quando a riuscirci fu appunto Durant. LeBron James, che monitora attentamente ogni avversario, sull’aggiunta di Butler a stagione in corso ha chiosato: "Li ho dovuti fronteggiare ai playoff quando avevano aggiunto Durant. Sempre la stessa storia, trovano il modo per aggiungere qualcuno che li renda ancora più dinamici”. Ecco, LeBron si dimentica di aggiungere che i suoi Lakers, strada facendo, hanno aggiunto Luka Doncic...

gioco delle coppie
—
Qual è la coppia d’assi migliore al via dei playoff 2025? Il tandem Curry-Butler non è secondo a nessuno, al vertice sullo stesso piano di James e Doncic. Poi diventa questione di preferenze, di gusti personali. Vanno certo menzionati i Jays dei Boston Celtics campioni in carica, Jayson Tatum e Jaylen Brown, giovani e tonici, comunque aiutati dal contesto corale di una grande squadra. E meritano attenzione Shai Gilgeous-Alexander, il favorito per l’mvp stagionale, e Jalen Williams, fresco di prima convocazione all’All Star Game per Oklahoma City. E pure gli intramontabili Kawhi Leonard e James Harden vanno inseriti nella conversazione: hanno appena vinto a casa Warriors. Non sappiamo ancora invece se vedremo all’opera la super coppia che ha regalato ai Milwaukee Bucks la coppa Nba perché Giannis Antetokounmpo sarà regolarmente sul parquet, ma Dame Lillard è ancora fuori causa per colpa di un problema di salute serio: coaguli di sangue. In ogni caso il pedigree conta nel basket Nba e la dinastia Warriors aggiungendo Butler di fianco a Curry ha ritrovato vittorie e fiducia. Occhio a sottovalutarli.