Cuba, il presidente difende gli aumenti della telefonia mobile

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Il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha difeso l'aumento delle tariffe dei cellulari nel suo Paese applicato dall'impresa nazionale di telecomunicazioni (Etecsa), che hanno suscitato proteste pubbliche, in particolare tra gli studenti.
    "Rifiutarsi di attuare le nuove misure tariffarie significherebbe rinunciare a introiti senza i quali accelereremmo il collasso già imminente" della rete dati mobile, ha dichiarato il capo dello Stato durante il podcast presidenziale 'Desde la Presidencia', trasmesso dai media ufficiali.
    Le parole di Díaz-Canel arrivano in un contesto di alta tensione sociale, caratterizzato da blackout costanti.
    Le nuove tariffe per l'accesso ai dati mobili superano gli 11.000 pesos cubani (401 euro), più del doppio di uno stipendio minimo, mentre le ricariche in moneta nazionale sono limitate a soli 360 pesos cubani (11 euro) mensili. In compenso i pacchetti in dollari, attivamente promossi da Etecsa, sono accessibili solo con carte straniere, ampliando il divario digitale sull'isola.
    Gli studenti dell'Università dell'Avana hanno intanto convocato uno sciopero accademico indefinito in segno di protesta contro le nuove tariffe.
   

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