Il presidente americano Donald Trump minimizza il panico sui mercati azionari causato dai nuovi dazi, paragonandoli a "una cura" destinata a curare i mali dell'economia americana. "A volte è necessario assumere farmaci per curarsi", ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell'aereo presidenziale Air Force One.
La crisi di Wall Street seguita all'annuncio dei dazi di Trump è destinata a continuare anche oggi, indicano i futures della piazza d'affari Usa: -3,56% per l'indice Dow Jones e -3,85% per l'S&P 500. I derivati che permettono agli investitori di scommettere sull'andamento del mercato segnano un -5,15% per il Nasdaq. Anche il bitcoin si è unito ai ribassi, scendendo del 5,6% a 78.736,93 dollari. Era salito sopra quota 100.000 dollari poco dopo l'elezione di Trump, nella speranza che avrebbe contribuito ad aumentare il supporto alle criptovalute.
Alla vigilia della riapertura dei mercati, il petrolio a New York scende sotto i 60 dollari al barile, per la prima volta dall'aprile 2021: 59,97%, con un tonfo del 3,26%.
La giornata di ieri:
Giorgia Meloni si prepara a riunire domani pomeriggio la task force di ministri per valutare, settore per settore, le ricadute dei dazi Usa sulle produzioni italiane. Ci saranno Giancarlo Giorgetti (Economia), Adolfo Urso (Imprese), Francesco Lollobrigida (Agricoltura) e Tommaso Foti (Affari europei), oltre ai vicepremier.
Poi, con Matteo Salvini e Antonio Tajani, dovrebbe avere un incontro ristretto, in cui potrebbero prendere forma le mosse successive, dalle tutele per le categorie più colpite a una possibile missione a Washington su cui, dietro il massimo riserbo, sono in corso interlocuzioni diplomatiche e valutazioni di opportunità politica. Il vertice fra i leader arriverebbe all'indomani dell'opa lanciata dal leghista sul Viminale, accolta dal gelo di FI ma soprattutto di FdI. Fibrillazioni su cui Meloni sorvola nel suo videomessaggio al congresso della Lega, assicurando che "andremo avanti pancia a terra fino a fine legislatura", rispettando il "programma punto per punto", inclusi premierato, riforma della giustizia e Autonomia differenziata.
Nella maggioranza circola però anche un piano B, con elezioni anticipate (l'idea sarebbe un election day con Politiche e Regionali nella primavera 2026), se dovessero proseguire le tensioni, interne e internazionali, e si profilasse la necessità in prospettiva di misure impopolari che metterebbero più avanti a rischio il consenso del governo. Che comunque, sottolinea la premier può "contare ancora sul consenso della maggioranza degli italiani dopo due anni e mezzo". Nel calendario a breve termine potrebbe invece entrare la missione a Washington. Secondo varie fonti potrebbe essere collocata nella prima metà della settimana di Pasqua, prima dell'arrivo del vicepresidente americano JD Vance a Roma. Dalla Casa Bianca sarebbe arrivata una disponibilità di massima a calendarizzare il bilaterale con Donald Trump, e per questo motivo non è ancora ufficialmente confermato il vertice intergovernativo con la Turchia, previsto il 16 e 17 aprile. Ma sul viaggio sono in corso riflessioni approfondite. Dai meloniani da giorni filtra la convinzione che, se la leader volerà negli Usa, sarà per esercitare quel ruolo di pontiere fra Washington e Bruxelles predicato in questi mesi. Non è detto, però, che la vedano così alcuni partner europei come Francia, Germania e Spagna. E in ambienti di governo il tema è trattato con la massima cautela, senza nascondere il rischio di un bilaterale nello Studio Ovale proprio nei giorni in cui l'Ue (il 15) lancerà le contromisure ai dazi su acciaio e alluminio.
Video Congresso Lega, Meloni: 'Chiediamo all'Ue di rivedere il Green Deal'
Parlando alla platea della Lega, che preme per trattative bilaterali con Trump, la premier definisce il governo pronto "a mettere in campo tutti gli strumenti - negoziali ed economici - necessari per sostenere le nostre imprese e i nostri settori che dovessero risultare penalizzati". E strappa applausi ribadendo che chiede "con forza all'Europa di rivedere le normative ideologiche del Green Deal e l'eccesso di regolamentazione in ogni settore, che oggi costituiscono dei veri e propri dazi interni che finirebbero per sommarsi in modo insensato a quelli esterni". Ognuno dei ministri della task force sta preparando un report sui segmenti di esportazioni più esposti, evitando, si ragiona nell'esecutivo, "letture generaliste" e "allarmismi". Alla riunione (prevista per le 17.30), si collegherà da Lussemburgo Tajani, che nelle prossime ore al consiglio Affari Esteri in formato Commercio incontrerà per la quarta volta in pochi giorni il commissario Ue Maroš Šefčovič. "Non facciamoci prendere dal panico", il messaggio condiviso dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, secondo cui bisogna "dialogare con gli Stati Uniti ed è l'Europa tutta insieme che deve negoziare", ad esempio "sulle Big Tech e sull'acquisto del gas".
Martedì a Palazzo Chigi, nel confronto con le categorie imprenditoriali, si parlerà soprattutto di soluzioni interne, con le imprese che premono anche per lo spostamento di risorse dal Piano Transizione 5.0 ai contratti di sviluppo. È in corso una ricognizione delle risorse nelle pieghe del bilancio. Ed è considerato cruciale il pressing del governo, esplicitato anche dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, per la sospensione o un allentamento del Patto di stabilità. Una partita decisamente complessa, ma che, se vinta, potrebbe consentire, secondo i ragionamenti diffusi nella maggioranza, di effettuare interventi in deficit che in caso contrario sarebbero possibili solo con una manovra correttiva.
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