Il Fondo monetario internazionale alza le stime di crescita globali: rispetto alle previsioni di aprile, il Pil del 2025 viene rivisto al rialzo al 3% (+0,2 punti percentuali) e nel 2026 al 3,1% (+0,1 punti), grazie agli scambi commerciali intensificati più delle attese per anticipare i dazi che verranno, e a causa delle tariffe più basse di quanto annunciato ad aprile. Ma il quadro, sottolinea l'Fmi, resta fortemente incerto e i rischi orientati al ribasso, perché lo scenario delle previsioni si basa sul "precario equilibrio" delle politiche commerciali, ancora in fase di negoziati.
"La resilienza dell'economia globale è positiva, ma anche fragile. Sebbene lo shock commerciale possa rivelarsi meno grave di quanto inizialmente temuto, resta comunque significativo e si moltiplicano le evidenze del suo impatto negativo sull'economia globale": lo ha detto Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del Fmi. La crescita, ha spiegato, è stata comunque rivista al ribasso rispetto all'anno scorso e intorno al 3% "resta deludente, al di sotto della media pre-Covid", con un commercio che si prevede in "calo persistente", nonostante l'anticipazione della domanda, dal 57% nel 2024 al 53% nel 2030.
Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le stime per l'Italia: il Pil 2025 sale a +0,5%, ovvero 0,1 punti percentuali in più rispetto alle previsioni di aprile, mentre resta invariata a +0,8% la crescita 2026. Anche per la Germania migliora la stima del Pil per quest'anno: +0,1%, mentre ad aprile era vista in stallo. Nessuna revisione per Francia (+0,6%) e Spagna (+2,5%).
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