Contro i Lions l'Australia col baronetto Nick Champion de Crespigny, per tutti "Psycho"

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Il flanker viene da una famiglia nobile: dalla Normandia, a Londra, a Canberra, con un avo campione di polo e l'ultimo nobile della dinastia ucciso a Singapore. In campo si trasforma... da far paura

Roberto Parretta

25 luglio 2025 (modifica alle 16:56) - MILANO

Il titolo di baronetto non lo ha potuto ereditare, ma la sua famiglia ha origini nobili risalenti al 1805. In campo però lo chiamano "Psycho". È l’incredibile storia di Nick Champion de Crespigny, il 28enne flanker di Western Force che sabato scorso ha debuttato con la maglia dei Wallabies nel primo test della serie con i British&Irish Lions. "Fuori dal campo è una persona composta, tranquilla, ma appena supera quella linea bianca si trasforma in una belva, diventa psycho", dicono di lui i compagni di squadra. Così, andando a indagare sulla sua famiglia, ci siamo imbattuti in un albero genealogico davvero inaspettato, che ha la sua origine in Sir Claude Champion de Crespigny (1704-1765), primo baronetto.

il nonno

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Andando a spulciare qualcuna delle rare interviste concesse da Richard Nicholas Champion de Crespigny, per tutti semplicemente Nick (anche se il cognome va inderogabilmente declinato per intero), abbiamo potuto tracciarne innanzi tutto il percorso studentesco. Nato a Canberra, si è laureato in economia all’Università di Sydney, sta studiando ora per un master in sviluppo immobiliare. Ha avuto un discreto successo nel canottaggio, ma ha poi trovato la sua strada nel rugby: due sport, inutile dirlo, molto britannici e molto legati per tradizione ad un certo ambiente sociale e culturale elevato. Ha vinto due titoli universitari nel 2018 e 2019, ha anche militato nei Melbourne Rebels e nei Waratahs, ma non ha mai avuto l'opportunità di esordire nel Super Rugby. Così, quando la pandemia del covid ha fermato il rugby in Australia, ha accettato l’offerta dell'ex compagno di squadra Tom Staniforth per andare a giocare al Castres nel Top14 francese: tre stagioni, 56 presenze tra campionato e coppe europee, con il picco nella finale giocata ma sfortunatamente persa contro Montpellier allo Stade de France di Parigi. “Un momento determinante per la mia crescita, si affrontano i migliori giocatori e le migliori squadre del mondo”, ha poi detto. In Francia ovviamente qualcuno gli ha chiesto del cognome: “La mia famiglia proviene da una piccola città della Normandia”, si è limitato a rispondere. Facendo delle ricerche, ci imbattiamo così nel nonno di Nick, che è addirittura Richard Rafe Champion de Crespigny, oggi 89enne, sinologo (lo studio della storia antica cinese) di fama mondiale, professore associato presso il College of Asia and the Pacific dell'Australian National University, specializzato in storia, geografia e letteratura della dinastia Han (202 a.C.-9 d.C. e 25-220 d.C.) e il periodo dei Tre Regni (Cao Wei, Shu Han e Wu Orientale che dominarono la Cina dal 220 al 280 d.C. dopo la fine della dinastia Han). Figlio di Richard Geoffrey Champion de Crespigny e Kathleen Cavenagh Champion de Crespigny, nata Cudmore, Richard Rafe è nato ad Adelaide nel 1936 e ha sposato Christa Boltz a Turner (Canberra).

//www.artuk.org/artworks/sir-claude-champion-de-crespigny-17341818-1st-bt-49090

il trisavolo e il campione di polo

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Quindi sono queste le orgini di Nick a Canberra. Rafe è a sua volta nipote di Sir Constantine Trent Champion de Crespigny (1882-1952), rinomato medico, patologo e accademico di Adelaide, secondogenito di Philip Champion de Crespigny, general manager della Bank of Victoria e Annie Frances (nata Chauncy). Con i gradi di capitano e poi di tenente colonnello medico, Sir C.T.C. (così ci si riferisce a lui per consuetudine) prese parte alla prima guerra mondiale e gli eventi lo portarono anche in Italia, a Gallipoli, quindi al ritorno in Australia riprese il suo posto all’Università di Adelaide per diventare docente in medicina. Ma prima? Come sono arrivati gli Champion de Crespigny dalla Normandia all’Australia? L’origine nobile della famiglia viene fatta risalire al primo baronetto Claude Champion de Crespigny (1734-1818), nato e morto a Londra. Ma la famiglia Champion de Crespigny è originaria della Normandia: il nome Crespigny è probabilmente legato a San Crispino, ma la desinenza ‘igny’ ne indica con certezza la provenienza dal nord-ovest della Francia, quindi da una qualche località in cui ci fosse una chiesa o una cappella dedicata al santo. Il bisnonno del primo baronetto, che si chiamava anche lui Claude (1620-1697), si stabilì in Inghilterra dopo la revoca dell'Editto di Nantes: suo nipote Philip (1704-1765) sposò Anne, figlia di Claude Fonnereau, e fu il padre del primo baronetto. Lungo la discendenza si trovano diversi nomi noti, fra questi anche uno sportivo, quindi l’antenato più simile al rugbista Nick: un altro Claude (1847-1935), quarto baronetto della dinastia, noto alle cronache come campione di polo. Già durante la sua brillante carriera militare aveva vinto per due volte con la squadra dei Leopard la Roehampton Cup, la più prestigiosa competizione inglese di polo, quindi guidò la nazionale in un test con l’Irlanda e in un tour negli Usa. Il 18 maggio del 1910, all’età di 37 anni, venne trovato morto sul ciglio della strada a Kings Cliffe, nel Northamptonshire: il medico legale stabilì che Claude si era suicidato per un temporaneo attacco di follia, probabilmente causato dall'influenza e da ripetute cadute violente mentre giocava a polo, ma il New York Times ipotizzò che, essendo stato nominato coimputato in una causa di divorzio, Claude aveva creduto che l'unico modo per salvare il nome e l'onore della donna fosse il suicidio. Sembra quindi l’avo campione di polo ad avere tramandato geni sportivi nel sangue del nostro Nick. “La sua dote migliore? La fisicità. Ama placcare e tutti gli aspetti fisici del gioco”, ha detto detto il compagno Fraser McReight. Chi lo conosce però meglio è il mediano di mischia Jake Gordon, compagno di squadra alla Sydney University: “Ci conosciamo da 10 anni, ha sempre avuto una grande grinta nonostante la corporatura robusta. Riesce a sopportare i più duri carichi di lavoro, ha la capacità di imporsi fisicamente in campo. In Francia ha sfiorato la vittoria del campionato ed è tornato in Australia con un bagaglio di esperienza ovviamente più ricco. Fuori dal campo è un bravo ragazzo, ma quando si gioca diventa derterminatissimo”.

il cugino eroe

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Sarebbe stato poi però proprio C.T.C. nel 1952 ad annunciare alla stampa l’estinzione del titolo nobiliare della famiglia, in seguito alla morte avvenuta il 7 marzo del Maggiore Sir Vivian Tyrell Champion de Crespigny, ucciso da un colpo di pistola alla testa in una piccola isola davanti a Singapore. C.T.C. spiegò infatti che il ramo australiano dei de Crespigny era nato da una linea collaterale e che quindi il titolo non avrebbe potuto essere più ereditato: tutti gli altri Champion de Crespigny discendevano infatti dalla linea di Philip, il fratello del primo baronetto (1738-1803). Pur avendo perso l’opportunità di mantenere il titolo nobiliare, gli Champion de Crespigny australiani continuano in diversi modi a farsi onore: chi nel mondo accedemico, come abbiamo visto, chi nello sport, come Nick con i Wallabies, ma anche chi come il cugino Richard (oggi ha 68 anni), che viene considerato addirittura un eroe. Entrato nella Raaf britannica a soli 17 anni, passato poi ai voli civili, de Crespigny il 4 novembre 2010 era al comando del volo Qantas 32 quando diversi minuti dopo il decollo da Singapore l’A380 subì un’avaria al motore: nonostante oltre 50 checklist di allerta e un utilizzo limitato di molti sistemi critici dell'aereo, inclusi freni, impianto idraulico ed elettronico, l'equipaggio riuscì a tornare indietro ed effettuare un atterraggio di emergenza. Dopo l'atterraggio, il motore numero 1 dovette essere spento forzatamente con schiuma antincendio prima che i 440 passeggeri e i 29 membri dell’equipaggio potessero sbarcare in sicurezza, poiché non rispondeva ai comandi e l'acqua pressurizzata non era riuscita a spegnerlo. Una volta giunto al terminal dell'aeroporto, il comandante de Crespigny rassicurò i passeggeri e rispose alle loro domande. Nel 2016 gli venne conferito l'Ordine d'Australia per il suo comportamento. Un’esperienza che lo spinse poi a scrivere due libri: “QF32”, che descrive in dettaglio quel volo, e “FLY! - gli elementi della resilienza”. Nel mondo dell’aviazione Richard Champion de Crespigny vine econsiderato come il “Sullenberger australiano”, riferendosi all’eroico atterraggio sul fiume Hudson a New York del volo 1549 di US Airways con il quale il comandante Chesley “Sulley” Sullenberger il 15 gennaio del 2009, a seguito di un ‘brid strike’ al decollo, aveva salvato la vita ai 155 passeggeri. Viene da dire che, visto cotanto albero genealogico, visti i successi di nonni e bisnonni, considerando suo cugino un eroe australiano, per iniziare a mettersi alla pari rispetto a tutta questa “nobiltà”, Nick Champion de Crespigny avrebbe da subito un paio di possibilità: vincere con i Wallabies le prossime due partite con i Lions, permettendo all’Australia di ribaltare lo 0-1, vincere la serie ed entrare così nell’albo degli immortali del rugby.

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