Il tecnico nerazzurro analizza Inter-River: "Bravi, partita seria e di carattere. Ho cambiato metodologia, dai ragazzi c'è uno spirito importante. Ma ora non parliamo di... 'Chivulismo'"
Dal nostro inviato Davide Stoppini
26 giugno - 06:38 - SEATTLE
“No, per carità eh… ci manca solo che ora cominciamo a parlare di Chivulismo”. Ride, l’allenatore. E rifiuta l’idea che oggi a Seattle contro il River sia nata definitivamente la sua Inter: “No, ma abbiamo fatto una partita seria, con carattere e voglia di portarla a casa. Nel primo tempo eravamo rimasti un po’ sorpresi dalla loro aggressività, arrivavano sulle seconde palle con tanta ferocia. Poi all’intervallo l’abbiamo sistemata, questa cosa. Abbiamo messo anche intensità, la voglia di vincere duelli e contrasti, perché siamo forti anche noi, siamo in grado anche noi di fare questo tipo di partite. Sì, è stata una gara ottima, il River è una grande squadra e ha fatto di tutto per passare, ma ci siamo calati nella realtà giusta riuscendo a pareggiare quello che loro proponevano. Abbiamo difeso bene, cercato di andare uomo contro uomo, ma abbiamo capito i momenti della gara”. E adesso il Mondiale per club prende tutto un altro sapore, con gli ottavi di finale: “Sono da 14 giorni in ritiro qui negli Usa, se i ragazzi rispondono in questa maniera è perché vogliono onorare il torneo, se siamo qui è perché vogliamo provare ad arrivare fino in fondo – ha detto il tecnico -. Questa cosa mi rende orgoglioso. Ma il merito è dei ragazzi, che stanno accettando anche un cambio di metodologia mio e del mio staff. Stanno cercando sempre di aggiungere e poi lo fanno vedere: questo è sinonimo di uno spirito importante”.
su pio
—
Chivu ha poi parlato anche della grande prova di Pio Esposito: “Come si fa a lasciarlo tranquillo dopo una gara così? Eh, cerchiamo di non fare con lui errori che abbiamo fatto con altri… Sì, la sua è stata è una grande prova, si è calato in una realtà non facile. È stato all’altezza, è un premio alla sua intelligenza, al suo lavoro. È un ragazzo che ha scelto di andare a giocare in un’altra categoria, ha fato due grandi stagioni a Spezia, è cresciuto e maturato molto. Ha grandi margini, so che è consapevole di tutto questo ma bisogna continuare a fare un lavoro su di lui. Però lo conosco e so che manterrà i piedi per terra. A chi assomiglia? Non ho mai fatto paragoni con lui, lo conosco da quando era più basso di me. Si pensa sia bravo solo in area, ma non è così, è bravo ovunque, regge duello in tutte le zone del campo. Complimenti alla famiglia, che ha fatto tre ragazzi di grande livello. Avevo pure pensato di far giocare insieme lui e Sebastiano, avevo chiesto loro se lo avessero mai fatto e mi avevano detto di no, quindi un pensiero lo avevo fatto, ma Pio era troppo stanco. Ricapiterà…”.