Chi è Mark Walter, perché prende i Lakers e quali sono i suoi piani

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Tante le novità previste: presto senza Jeanie Buss, la proprietaria che passa la mano, Rob Pelinka, il gm e, forse, il mito LeBron James

Riccardo Pratesi

19 giugno - 13:35 - MILANO

Come saranno i Lakers di Mark Walter, il nuovo proprietario? Farà una rivoluzione? Investirà sui gialloviola la marea di soldi che possiede? Vincerà come con i Los Angeles Dodgers che ha trascinato a due recenti titoli nel baseball? E poi: Jeanie Buss, la proprietaria che passa la mano, Rob Pelinka, il General Manager, e, udite udite, LeBron James, sono ai titoli di coda nella città degli angeli? Ecco la panoramica - in California mai una cattiva idea - su tempi e modalità d’impatto del ribaltone che porterà la nuova ambiziosa proprietà alla guida della franchigia 17 volte campione Nba. Una cosa è certa: i futuri Lakers saranno la squadra di Luka Doncic oggi, domani e dopodomani. Non è arrivato per caso a Los Angeles… 

chi è walter

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L’amministratore delegato 65enne di Guggenheim Partners, una società privata di servizi finanziari globali con oltre 325 miliardi di dollari di asset in gestione. Nello sport investe da tempo, a raggiera. Nel Chelsea, a livello calcistico. Il suo fondo d’investimenti controlla poi i Los Angeles Dodgers, franchigia di Mlb, squadra iconica del baseball statunitense. Walter ha anche investito nelle Los Angeles Sparks di Wnba, nella Cadillac, che si appresta ad entrare in Formula 1, e nella Billie Jean King Cup di tennis. L’esempio dei Dodgers è quello più comparabile con i Lakers. Walter li ha acquistati nel 2012. Hanno vinto le World Series nel 2020, battendo Tampa Bay, e poi nel 2024, contro i New York Yankees. Durante la sua proprietà i Dodgers, finalisti anche nel 2017 e 2018, hanno vinto la National League West per 11 anni consecutivi (2013-2023). Walter ai Dodgers ha portato grandi nomi, stelle come il lanciatore giapponese Shohei Ohtani e l’ex Boston Red Sox, lo shortstop Mookie Betts. E ha tenuto in squadra una leggenda come Clayton Kershaw nonostante i tanti infortuni. Insomma: grandi investimenti e successi. Equilibrio tra vecchio e nuovo, tra tradizione e innovazione, nuovi e antichi campioni.

scenari immediati

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La Buss nell’immediato resterà come Governatore di franchigia, da rappresentante dei Lakers nella lega. In teoria potrebbe restare anche nel prossimo futuro con quel ruolo, in pratica è indicativo sottolineare cosa è successo ai Dallas Mavericks dove in teoria il proprietario uscente, Mark Cuban, avrebbe dovuto mantenere a lungo quel ruolo e invece nella sostanza è stato presto defenestrato. Sostituito proprio, come primo dirigente dei texani, da quel Nico Harrison che ha spedito Luka Doncic ai Lakers. Le porte girevoli del mondo Nba… Pelinka ha appena firmato, in aprile, un rinnovo contrattuale, un’estensione pluriennale, promosso direttore delle operazioni di basket, oltretutto. Per il momento resta al suo posto, il suo principale compito sarà valutare se scambiare Austin Reaves per un centro, quello che manca dannatamente ai Lakers, la voragine in organico che è costata loro l’eliminazione al primo turno di playoff contro i Minnesota Timberwolves. O se trovarne uno sul mercato senza sacrificare il regista. E LeBron? Ha un’opzione di rinnovo con i Lakers per la prossima stagione da oltre 52 milioni di dollari. Entro il 29 giugno dovrà decidere se esercitarla. Chiuderà la carriera a Los Angeles, dove ha il centro degli affari. Ormai ha 40 anni, ma è improbabile che si ritiri perché è ancora performante, anche se non più quello dei giorni migliori, e perché con Doncic vicino i Lakers saranno da corsa, guardando avanti. Può ancora sperare di vincere…Potrebbe rinnovare 1+1 per un altro anno, con opzione per quello successivo, per la stagione 2026-27. Un suo classico come modus operandi.

scenari futuri

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Tre certezze. Anzitutto in Nba i paletti salariali del nuovo contratto collettivo sono a prova di milionari che spendono e spandono. Nel senso che è probabile che Walter investa una montagna di dollaroni nei Lakers e che paghi senza battere ciglio svariati milioni di tasse di lusso, se valuterà che possa servire per avvicinare i Lakers al titolo. Ma in ogni caso i cancelli salariali (apron in gergo tecnico) fissano comunque limiti invalicabili, nel senso che bloccano il mercato, nella sostanza. Per cui non funziona che chi più spende più vince. Anzi, Oklahoma City e Indiana, le protagoniste delle Finals 2025, sono entrambe rimaste sotto la soglia delle tasse di lusso da pagare. Insomma, hanno prevalso con una gestione economica oculata, risparmiando, o quantomeno senza sprechi. L’altra certezza è che col nuovo proprietario il mercato torneranno a farlo i Lakers, intesi come binomio proprietà-dirigenza, a prescindere dal fatto che Pelinka resti o meno nel medio periodo. Da anni il mercato dei gialloviola è invece soprattutto farina del sacco di LeBron via Klutch Sports, l’agenzia di giocatori più influente della Nba, gestita da Rich Paul “inventato” in quel ruolo da James. Che LeBron continui o meno a sfoggiare il suo talento sul parquet per più di una stagione, dovrà comunque limitarsi al ruolo di giocatore come riscoperto, suo malgrado, in occasione dello scambio per Doncic, che lo ha scavalcato e preso alla sprovvista. Il terzo punto fermo del futuro Lakers è appunto Luka. Lo sloveno rinnoverà il contratto sino al 2029-30 firmando un’estensione contrattuale quadriennale da 229 milioni di dollari. Diventerà eleggibile per quel rinnovo dal prossimo 2 agosto. Da allora diventerà ufficialmente il Re Sole dei Lakers. Il volto di franchigia dei Lakers di Walter, quelli del nuovo corso.

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