Dopo un infanzia difficile ("Spacciavo a 8 anni") e un avvio carriera da predestinato, il fantasista che avrebbe un altro anno di contratto è ai margini anche con Fabregas. Fatale (anche) quel rosso contro il Milan
Questa volta non è a Marbella in ritiro coi compagni. Sono passati solo sei mesi ma appaiono così lontani quei tempi felici, quando Dele Alli, dopo aver incassato la fiducia di Fabregas, tornava a fare quello per cui aveva sempre lottato, giocare a pallone. Era lo scorso gennaio quando l’inglese firmava un contratto di 18 mesi con opzione di rinnovo per altri 12 e partiva con la squadra per l’Andalusia a ritemprare muscoli e testa nella pausa natalizia. Una nuova possibilità in una squadra giovane e ambiziosa, guidata da un allenatore capace che ne avrebbe di sicuro riconosciuto le qualità, oltre che il talento. Ne avrebbe, fino a quel maledetto 10 marzo…
L’occasione
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San Siro ospita il Como che torna nel tempio del calcio dopo ventitré lunghi anni. Fabregas, che non è più una sorpresa, morde forte come al solito con Paz, Caqueret, Da Cunha, attaccanti travestiti da mezzali che imperversano sul prato del giardino di un Diavolo nella sua versione più mesta che tempo ricordi. Biancoblù meritatamente in vantaggio con Da Cunha e sfortunatamente privati del 2-0, sempre del francese, in fuorigioco per un’unghia dell’alluce. Il Milan si scuote, entra Pulisic che pareggia e Reijnders fa il sorpasso. Mancano 10’ allo scadere e dalla panchina si alza Dele Alli: debutto in Serie A e ritorno in campo dopo una vita, era il 26 febbraio 2023 quando l’ex stella del Tottenham giocava il suo ultimo match ufficiale, in Turchia, con la maglia del Besiktas.
Il trio inglese
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Dele è in forma nonostante la lunga inattività. Alla fine ha solo 28 anni… anche se quando riempiva i titoloni e i titolacci dei tabloid sembra sia passato un secolo. Piazzato fra le linee, cerca l’imbucata per gli attaccanti o addirittura la gloria personale. È talmente carico e voglioso di dimostrare che non è un giocatore finito che si sbatte anche in copertura. Come al 1’ di recupero, fermando fallosamente una delle micidiali progressioni del connazionale Loftus-Cheek. Marchetti fischia il fallo, ammonisce Alli ma il gioco non riprende, è in corso un controllo Var per possibile cambio di cartellino. E così è, con Kyle Walker, a lungo compagno di Dele al Tottenham, che cerca la disperata indulgenza dell’arbitro ma nulla: espulso dopo nove minuti al ritorno in campo che mancava da settecentoquarantatré giorni.
Suburbia
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È come essere investito da un tir ma Dele Alli ha la scorza dura. Viene da un contesto difficile come quelli che si vedono nei film inglesi ambientati nei sobborghi tutti uguali con case in mattoni rossicci. Lo aveva raccontato lui stesso in un’intervista diventata epica: “A sei anni sono stato molestato da un’amica di mia madre, che era spesso a casa. Mia madre era un’alcolizzata. Sono stato mandato in Nigeria, poi rimandato indietro. A sette anni ho iniziato a fumare, a otto a spacciare droga. Dissero che non avrebbero fermato un bambino in bicicletta, quindi giravo col pallone da calcio e la droga nascosta sotto al sellino. A 11 anni sono stato fatto penzolare da un ponte da un vicino di casa, che voleva uccidermi. Poi a 12 sono stato adottato”.
L’apice
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Una prima rinascita grazie al calcio. Dele ci sa fare e passa in fretta con la palla tra i piedi dalle strade di Milton Keynes alle giovanili della cittadina del Buckinghamshire. In breve tempo lo adocchiano Bayern Monaco e Liverpool ma il più lesto è il Tottenham, che con 6 milioni di euro lo dà in mano a Pochettino che lo fa diventare un trequartista coi fiocchi. Con Son ed Eriksen alle spalle di Kane è un’iradiddio: “Per lui l’unico limite è il cielo” dice Graeme Souness. “Il più forte centrocampista inglese dai tempi di Gascoigne” azzarda Sir Alex Ferguson.
La caduta
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Ci vogliono due pagine di Transfermarkt per raccogliere tutti gli infortuni di Dele Alli. Il più terribile quello del marzo 2023: strappo muscolare nella zona inguinale che lo tiene fuori trecentoquarantotto giorni, non senza essere finito sotto i ferri. L’ultima è cronaca recente, con Fabregas che dopo l’espulsione contro il Milan lo bacchetta duro. Lui non molla e continua ad allenarsi anche se non vede più il campo, complice un altro guaio fisico. Il Como finisce il campionato in carrozza e Dele è probabilmente l’ultimo dei suoi pensieri. Poi il recente mercato a fare il resto, con l’arrivo nel suo ruolo di giovani talenti come Baturina, Paz che non parte e nelle gerarchie arrivano prima Da Cunha e Caqueret… Dele ora si allena con la nutrita pattuglia dei fuori rosa del Como. E medita se davvero non sia arrivato il tempo di dire basta.