"Secondo noi la perdita di Eni è
stata costruita per giustificare la scelta della chiusura dei
siti di Versalis. Perché se io (Eni) vendo la virgin nafta, cioè
la materia prima per cui carico i craking e vendo l'energia a
prezzi di mercato superiori al mercato, determino una condizione
per cui Versalis perde, ma Eni guadagna quei soldi". Così il
coordinatore delle aree politiche industriali della Cgil Michele
Azzola rispondendo in Commissione Industria alla Camera alle
domande di Claudio Stefanazzi (Pd). "Quindi - ha spiegato
Azzola - ho solo deciso da che parte far risultare l'utile (e a
chi accollare la perdita ndr). E' stata quindi una scelta per
giustificare la chiusura (del craking di Brindisi). Continuo a
dire che se ci sono per l'Europa signori che comprano impianti
di poliolefine è evidente che non c'e' una crisi perché non ci
sono benefattori in giro per l'Europa".
"Se si riuscisse a convincere Eni, che è una partecipata
dello Stato, a tenere aperte le fabbriche sarebbe perfetto. Ma
se non si convince Eni, basterebbe convincere Eni a vendere
quegli impianti, perché quegli impianti sono acquisibili e ci
sarebbero società disposte ad acquisirli" Ha proseguito Michele
Azzola rispondendo in Commissione Industria della Camera alle
domande dei parlamentari. "Ma - ha attaccato Azzola - è evidente
che Eni non vuole perdere il business del trading, compro
all'estero e vendo in Italia, perché così guadagno senza fare
l'imprenditore, che è poi un brutto vizio di questo paese, vizio
che sta portando verso il basso l'economia dell'Italia
avviandola verso la deindustrializzazione e la dipendenza
economica dall'estero".
Azzolla ha anche aggiunto che il settore petrolchimico "non è
in crisi. Tanto che ci sono persone che girano per l'Europa e
acquistano impianti di craking e che il sito di Brindisi "E'
uno dei più moderni di Europa".
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