Capello: "Allegri porta carisma e conoscenza. E con lui al Milan niente capricci"

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L'ex allenatore: "Conosce l'ambiente, cosa fondamentale, e le difficoltà nel giocare a San Siro. Per questo incide sulle scelte di mercato"

Fabio Capello

Opinionista

4 luglio 2025 (modifica alle 14:27) - MILANO

Dopo essere stato già diverse volte a Casa Milan, dove ha incontrato la dirigenza per pianificare le linee guida di mercato e le strategie nella gestione della nuova rosa, Massimiliano Allegri oggi varcherà per la prima volta il cancello verde di Milanello. O meglio, lo rivarcherà: per lui è un déjà vu e questo rappresenta indubbiamente un punto di forza. Sono cambiate tante cose, certamente, ma lui l’ambiente lo conosce già. Ecco, conoscenza è un termine cruciale. Max infatti conosce bene il “problema” di giocare nel Milan e di giocare a San Siro. Concetti fondamentali, che richiedono giocatori di valore nelle scelte di mercato. Allegri è la scelta giusta in questo particolare momento perché è una garanzia. Sta costruendo la squadra secondo le sue idee assieme a Igli Tare, cerca giocatori per poter allestire il gruppo come lo ha in mente lui. È un punto di partenza fondamentale, questo, ovviamente con l’auspicio di poter ragionare su obiettivi concreti di mercato.

lista

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Sulla sua lista ci sono diversi nomi, con un’accortezza: il numero uno e il numero due vanno bene, il terzo… meglio lasciarlo perdere. Occorre chiarezza in questi casi e la personalità che ha Max è importante. Dove è andato ha sempre fatto valere il suo punto di vista con i giocatori e dai giocatori ha sempre tirato fuori tutto quello che hanno. Esiste la favola del corto muso, certo, le vittorie osservate sotto questa narrazione, ma io credo che sia semplicemente importante vincere. Quest’anno è stato esaltato giustamente il Napoli di Antonio Conte, che infatti ha vinto con la miglior difesa, come il più delle volte accade. È un punto molto importante, sotto questo aspetto Allegri sa cosa fare. Niente voli pindarici, ma sostanza. Max è una persona intelligente, che capisce il luogo in cui lavora. Non lo definirei però un sergente di ferro in sé per sé. Semplicemente è uno che non accetta i capricci, perché stiamo parlando di un gioco di squadra. Gli episodi dell’anno scorso non erano accettabili, ma direi che quest’anno, con lui alla guida, a nessuno passerà per la testa di “esibirsi” in cose simili. Un giocatore lo capisce subito se un allenatore ha una leadership che ti porta alla vittoria. E quando fai capire ai giocatori che quanto dici si trasforma in risultati, allora sei a cavallo. Fonseca e Conceiçao non sono riusciti a convincere la squadra con le loro idee di gioco e con la personalità, sono mancati in leadership. A partire dai tanti cambi: il giocatore non capisce dove vuole andare l’allenatore, che a sua volta perde credibilità. Allegri intanto ha già dato il classico avviso ai naviganti con l’introduzione dei doppi allenamenti praticamente quotidiani. L’obiettivo, in una stagione senza coppe, non può che essere lo scudetto.

FILE -AC Milan Brazilian forward Pato, center, celebrates with his teammates from left, Andrea Pirlo, Clarence Seedorf of the Netherlands, and coach Massimiliano Allegri, right, after scoring during the Serie A soccer match between AC Milan and Lecce at the San Siro stadium in Milan, Italy, Aug 29, 2010. (AP Photo / Antonio Calanni, File)

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Anche Tare peraltro non è uno esattamente morbido. Mi aveva spiegato in passato come lavora e ne avevo tratto una grande impressione. Sono due che possono lavorare insieme molto bene. E poi fra direttore sportivo e allenatore il confronto è d’obbligo, pur sapendo con chiarezza che su certe cose la decisione finale è quella dell’allenatore. Fino a questo momento mi pare che Allegri stia incidendo nelle dinamiche di mercato, di certo non è uno da “fate voi”. Anche perché i risultati li portano il confronto e l’analisi collettiva. La coppia con Tare la vedo ben assortita: uno è un ds importante, l’altro un allenatore importante, che tornano insieme su un grande palcoscenico. Un “test di rientro” ad alto livello per entrambi, tutti e due hanno la grinta, la rabbia e la voglia di fare risultato che li unisce. Per risistemare un ambiente così sfaldato si parte dalla conoscenza dei giocatori. Bisogna parlarci, conoscerli meglio, umanamente e sotto l’aspetto del gioco, capire il loro percorso e i loro vari perché. Metterli sul lettino e farli parlare. L’anno scorso non c’era rispetto per la maglia, per la società e per l’allenatore. Occorre far ritrovare alla squadra tutti questi concetti. Allargando l’orizzonte, il Napoli e il Milan rispetto a Inter e Juve partono col vantaggio di essersi ritrovate prima. A questo punto dell’anno due settimane di differenza nell’inizio del lavoro valgono tanto.

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