Fede e il fratello si raccontano sul palco del Teatro Sociale, dai trionfi alla fatica per il ritorno dall'infortunio: "Ho passato mesi difficili, ma so che tornerò. Con mio fratello accanto, nulla è impossibile"
Dal nostro inviato Simone Battaggia
11 ottobre - 17:17 - TRENTO
Un fratello e una sorella, un rapporto speciale. Per un’ora Federica e Davide Brignone si sono messi a nudo davanti al pubblico del Sociale, in un incontro - condotto da Cristina Fantoni - di rara intimità. Lei, due coppe del mondo generali, cinque coppe di specialità, 37 vittorie nel circuito, tre medaglie olimpiche e cinque mondiali, una gigante dello sci alpino che sta vivendo il periodo più duro della sua vita di atleta, il recupero da un infortunio crudele che sta mettendo in dubbio la sua partecipazione ai Giochi di Milano Cortina 2026. Lui, il fratello minore che dal 2017 la affianca in un ruolo che va ben al di là dell’allenatore.

Si parte dall’attualità, da quella frattura scomposta pluriframmentata del piatto tibiale e della testa del perone della gamba sinistra, oltre alla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, patita il 3 aprile scorso ai Tricolori di Modena. “Sono in un momento di riabilitazione, di ricostruzione - racconta Federica -. Sto cercando di recuperare la mobilità e di rieducare il mio corpo, e di ricostruire anche la parte muscolare. Non sto facendo atletica per ricostruire il muscolo, non ancora. Sto ancora rieducando il mio corpo. Sì, mi sono spazientita in questo periodo, ma per il dolore. Se sto bene ci metto poco a fare bene il movimento, ho un bagaglio motorio importante, ho costruito il mio corpo in tanti anni e questo è un vantaggio, ma quando vedo che i movimenti non riescono allora mi spazientisco”. “Non le era mai successo qualcosa del genere - aggiunge il fratello Davide -, ma il nostro rapporto è sempre lo stesso. Io cerco di starle vicino e di esserci”. Ancora Federica: “Non ho scoperto nulla di me stessa, anzi. Avrei fatto proprio a meno. Ho sempre vissuto una vita normale, mentre in questo periodo non ho potuto fare niente di quello che mi piace. Ecco, ho scoperto che mi piace fare sport, ma non è una scoperta”. Davide: “Io invece ho scoperto che è riuscita a rimanere positiva, è rimasta esattamente la persona che era prima, sempre solare e positiva, con la voglia di lavorare”. “Ho passato un’estate al J Medical, solo esercizi e riabilitazione - aggiunge Federica -. Ho fatto solo una settimana di mare, ma in Sardegna ho portato il mio fisioterapista. Sei mesi di cura. La bici l’ho presa in agosto inoltrato, una passeggiata in montagna è stata una conquista. Camminare in montagna, in discesa e salita, è stato molto bello. Con il mio infortunio, tutti sono sorpresi del mio percorso. Non era scontato tornare a camminare dritta, o a correre. Ho avuto la fortuna che la Fisi mi abbia fatto subito operare, tutto è stato messo a disposizione perché l’intervento fosse fatto il prima e il meglio possibile. Tornare a fare l’atleta è il mio primo e unico traguardo, ora. L’Olimpiade? Si vede passo per passo. Ci sta provando al massimo, più di così non può fare. Se dovesse riuscirci è una grande, è fortunata, ma si è costruita da sola la fortuna. Ma sono cose complicate che si vive settimana per settimana. Non c’è nulla che nascondiamo, è che proprio non lo possiamo sapere”.
quel giorno
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Si torna al giorno dell’infortunio. Davide era in pista, a poche decine di metri. “Mi sono reso conto solo 1-2 settimane dopo di quello che era successo. Sono stato la seconda persona ad arrivare da lei. E’ stato un momento di choc. Poi ho fatto ciò che dovevo fare”. Federica: “Non ho mai rivisto quelle immagini, non so se lo farò. Di base non mi piace vedere gli incidenti e quelli sugli sci mi piacciono ancora meno. Perché dovrei rivedere il momento in cui mi sono distrutta? Sarebbe stupido. Non sono svenuta, ricordo tutto, anche se non mi ero resa conto di aver patito un incidente del genere. Lo capii quando posai il sedere sul toboga e la gambe restò lì dov’era. La gente era così scioccata che mi sono detta “Devo essere positiva, devo essere più forte di loro”. Sul primo toboga scesi senza aver preso alcun antidolorifico. Il contorno fu terribile perché tutti mi facevano le foto e i video. Rispetto zero”. L’infortunio è arrivato in un momento splendido per Federica, solo un mese dopo la conquista della seconda Coppa del Mondo generale. “Quella del 2020 non me l’ero goduta, era tutto chiuso per il Covid. Questa volta tutto andava bene. Cadere da così in alto è molto tosta, ma so che un giorno potrò dire comunque che in carriera ho fatto molto di più di quello che avrei potuto conquistare. Certo, era un periodo in cui mi esprimevo al 100%, avrei voluto coltivare quel momento e portarlo avanti. Ci sono stati momenti difficili, in questi mesi ho patito tanto soprattutto la non indipendenza, il fatto di non poter togliere le stampelle con un mese di anticipo ad esempio. La seconda operazione è stata come una sconfitta, io l’ho vissuta così”. Ricorda Davide: “La Coppa ce la siamo goduta comunque perché ci siamo goduti il momento vivendolo, facendolo. Certo, c’era la speranza che quel momento potesse proseguire”.
quattro anni fa
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C’è stato un momento in cui Federica Brignone aveva intenzione di smettere. Era il marzo 2021, dopo i Mondiali di Cortina, dopo due stagioni segnate dal Covid, un periodo in cui Fede soffrì tantissimo. “Esisteva solo lo sci. Per fortuna c’era Davide con me, ma la vita al di fuori dello sci non esisteva. E io se devo scegliere tra lo sci e tutto il resto della vita, scelgo la vita”. Davide: “Sì, in quel momento pensavo che si ritirasse. Non mi sono mai voluto intromettere, è una cosa che si vive da soli. Ho pensato che potesse mollare, poi invece ha ritrovato la felicità di sciare, sono cambiati fattori esterni ma è stata soprattutto lei a cambiare”. E il futuro? E se l’obiettivo fosse tornare non per i Giochi, ma per i Mondiali di Crans Montana del 2026? “Non lo escludo - riprende Federica -. Io voglio tornare a fare l’atleta: se il mio ginocchio me lo permetterà e se ne avrò voglia, perché no? Io dopo aver capito che mollare nel 2021 sarebbe stato una cavolata, mi sono detta “Senti, io non ho data di scadenza. Quando non avrò più voglia di allenarmi, di fare questa vita, lo farò”.
famiglia
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Si torna alla famiglia, a mamma Ninna Quario - quattro slalom vinti in Coppa del Mondo - che dalla platea saluta i figli commossa per come si stanno raccontando, a papà Daniele che manda un videomessaggio e racconta di quando i figli erano piccoli. “Io faceva l’atleta per la compagnia, Davide invece amava proprio fare l’atleta - racconta Federica -. Era lui il più forte”. Davide: “Chi è il più competitivo dei due? La mamma”. Davide è più di un allenatore, è chiaro che la carriera di Federica ha avuto un’accelerata con l’arrivo di Davide, che sa aiutarla, starle vicino, motivare una campionessa che spesso si dimentica di esserlo. Ancora Davide: “Sì, ci sono delle volte in cui sono l’unico che può dirle certe cose o farla ragionare in un certo modo. Negli anni abbiamo costruito un rapporto, la conosco bene, c’è piena fiducia nel rapporto. Posso darle una mano in certe situazioni”. “So che tutto quello che mi dice è per il mio bene - aggiunge Federica -. A volte faccio finta di non ascoltarlo e gli do addosso, ma alla fine lo ascolto. Da bambina mi sono sempre sentita la più scarsa della famiglia. Davide ci provava e faceva bene, era entusiasta. A mamma e papà veniva sempre bene tutto, io mi sentivo la più scarsa”. “Poi però la questione si è invertita, è diventata lei la più brava - aggiunge Davide -. Io ci ho sempre creduto, più di lei. Su questo ci ha lavorato tanto, perché tante volte non si sente in grado di fare. Ogni anno arriva la settimana di Soelden lei dice sempre “Io non mi qualifico, è inutile che vada, Sbarde non farmi nemmeno gli sci”. Lei è fatta così, forse è il suo modo per spronarsi e per caricarsi”.
la visita di abodi
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Sale sul palco il Ministro per lo Sport Andrea Abodi: “Bellissimo ascoltare non solo vittorie e sconfitte, ma soprattutto la vita, con delicatezza e sobrietà. Andai a trovare Federica dopo l’infortunio, e mi posi il problema di non disturbare e che non si sapesse in giro. Federica è speciale nella sua normalità, o normale nella sua specialità. E’ competitiva, ma soprattutto apprezza la vita in tutti i suoi aspetti, contemperando il rigore dell’atleta di alto livello con il rispetto per le cose della vita. Così entrerà nella nuova dimensione della vita dopo le gare, cioè la realtà, senza doverla scoprire”.