Botte, camicie nere, spari e uno spareggio segreto: cent'anni fa lo scudetto si assegnò così

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serie a noir

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Un romanzo interminabile tra Bologna e Genoa per il titolo del 1925: dentro ci sono le pressioni di un gerarca, scontri tra tifosi, treni speciali, campi separati dal pubblico con staccionate, inizi riviati, giornalisti che poi sarebbero diventati allenatori, spionaggio, palloni diversi...

Furio Zara

5 giugno - 14:00 - MILANO

Fu quello l’inizio di un romanzo nero durato settantacinque (75!) giorni, cinque partite, quattordici gol e molti più colpi di pistola. La scena madre prese forma il 7 giugno del 1925, cento anni fa. Poiché qui si racconta del duello più lungo del calcio italiano, va detto che a sfidarsi in quella contesa furono il Bologna e il Genoa. Nella successiva finale scudetto tra Lega Nord e Sud la vincitrice avrebbe affrontato l’Alba Roma. Come si arrivò alla sparatoria è presto detto. La prima partita si giocò il 24 maggio allo stadio Sterlino di Bologna, un gioiellino in stile liberty. Il terreno di gioco dello “Starlèn”, così in dialetto bolognese, era caratterizzato da una pendenza, in discesa, visibile a occhio nudo. Circa un metro sui cento di estensione.

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