Tra i titoli protagonisti Unicredit, Pirelli, Mediobanca e Mps. Mercato guarda a sfide geopolitiche
In una settimana di calma apparente, Piazza Affari si è mossa, sotto traccia, in modo più complesso. Se il 'Dividend Day' del 22 aprile scorso ha ridistribuito miliardi agli azionisti, il mercato ha continuato a guardare avanti, complici soprattutto le tensioni geopolitiche e il risiko bancario ancora nel vivo. Il 22 aprile si è celebrato il primo grande stacco cedole dell’anno, coinvolgendo sette pesi massimi del listino (Unicredit, Stellantis, Mediolanum, Ferrari, Prysmian, Iveco e Campari) che hanno distribuito dividendi per oltre 7,3 miliardi di euro. Durante la settimana gli occhi sono rimasti puntati su Generali, che dopo l’assemblea degli azionisti di Trieste ha confermato il rinnovo del cda in continuità con la linea del ceo Philippe Donnet. Il titolo ha reagito positivamente, chiudendo la settimana a 31,96 euro e registrando un aumento dello 0,38% rispetto alla seduta precedente. Ad essere apprezzati sono stati la stabilità strategica e la conferma del dividendo di 1,43 euro per azione, che sarà staccato il 19 maggio prossimo e pagato il 21 maggio. La conferma di Donnet e del management ha inoltre allontanato, al momento, scenari di governance turbolenta.
A fare il buono e il cattivo tempo a Piazza Affari è stato anche il risiko bancario. Per Unicredit è stata una settimana positiva in Borsa e il titolo ha chiuso con un incremento del 2,75%, riflettendo la fiducia degli investitori nella solidità dell'istituto. Tuttavia, l'ops su Banco Bpm resta in sospeso e la banca di piazza Gae Aulenti ha espresso preoccupazioni in merito alla golden power invocata dal governo, ritenendo che le condizioni imposte dal meccanismo possano limitare la capacità dell'istituto bancario di prendere decisioni strategiche prudenti.
Mentre alcuni comparti hanno perfomato bene, il lusso ha mostrato qualche crepa. I conti del primo trimestre del colosso francese del lusso Kering, hanno restituito la fotografia della complessità, per il settore, di ritrovare nuovo slancio. Il gruppo ha registrato vendite pari a 3,88 miliardi di euro, in calo del 14%. Un risultato leggermente sotto le stime degli analisti, che prevedevano ricavi tra i 3,97 e i 4 miliardi di euro. Pesante Gucci, il suo marchio principale, che ha segnato un -25% delle vendite, confermandosi il grande malato del gruppo. Il rallentamento cinese, non è un mistero, continua a farsi sentire, e il percorso di rilancio creativo non ha ancora generato i suoi frutti. Il titolo, all'indomani della pubblicazione dei risultati, in Borsa ha registrato un forte calo (-4%) scontando la delusione del mercato, ma ha chiuso l’ultima seduta della settimana con un rialzo dello 0,73%.
In questo scenario frastagliato, segnali di ottimismo sono arrivati da EssilorLuxottica, che ha riportato una crescita dei ricavi dell’8% nel trimestre, spinta dalle performance in tutte le aree geografiche e in tutti i business e da Ermenegildo Zegna, che si distingue per una solida tenuta: i ricavi del primo trimestre si sono attestati a 459 milioni di euro, in calo di appena l’1% su base annua, segnale di resilienza in un contesto ancora debole per il settore.
Per i titoli bancari, performance degne di nota sono state registrate da diverse società. Mediobanca ha chiuso la settimana con un rialzo del 6,61%, sostenuta dall’affermazione della propria lista nell’assemblea di Generali mentre il titolo di Mps ha guadagnato il 4,64% venerdì. Dopo l’accordo preliminare con la svedese Cts per una partnership di lungo termine nel mercato nordico, Pirelli ha beneficiato positivamente della notizia e ieri ha registrato un rialzo del 3,38% in chiusura di contrattazioni. La settimana ricca di trimestrali ha premiato alcuni titoli, risultati tra i migliori a Piazza Affari. Tra questi Saipem, Stm e Azimut. Al contrario, Campari ha terminato l’ultima seduta della settimana lasciando sul terreno il 2,21%.
Sul fronte internazionale, si inaspriscono i toni tra Cina e Stati Uniti. Il presidente americano Donald Trump ha detto di aver avuto un colloquio con il presidente cinese Xi Jinping sul tema dazi, secondo quanto riferito dal Time e di aspettarsi un accordo con la Cina nelle prossime settimane mentre Pechino ha smentito la telefonata. Finora le Borse europee sembrano reggere l’urto del dossier dazi ma il clima si fa teso, soprattutto per i settori industriali. Il mercato, prova a guardare oltre, mantenendo il focus su inflazione, rischio geopolitico e politiche monetarie. A Piazza Affari, una data da cerchiare in rosso è il 19 maggio, con il prossimo 'Dividend Day' di peso, quando big come Mps, Intesa Sanpaolo, Generali e Banco Bpm staccheranno nuove cedole. (di Federica Mochi)