L’attore e celebre tifoso rossonero festeggia il compleanno: "Per me Silvio è stato come Leonardo da Vinci, un genio che tirava fuori il meglio da ognuno"
Ottant’anni. "Se mi fermo a pensarci mi chiedo come sia possibile che siano passati così tanti anni... Non da quando sono nato, ma soprattutto da quando ho cominciato a fare questa professione che mai immaginavo di poter fare". Massimo Boldi festeggia oggi un compleanno rotondissimo, di quelli che quasi ti costringono a tracciare bilanci. Il nostro è un bilancio sportivo e lui, milanista vero, non può che sorridere. Ha visto 16 scudetti, 7 Champions e 3 Coppe intercontinentali, limitandosi alle soddisfazioni più grandi. Pensa al calcio, anzi al Milan, anche ricordando i primi anni della sua lunga carriera, gli anni del Derby Club: "Ero il batterista di una band, lì è cambiato tutto. Ho incontrato grandi artisti, come Jannacci, Cochi e Renato, Paolo Villaggio e tutto quello che era il fantastico panorama degli Anni 70 della comicità del cinema e della televisione italiana".
E parlavate di pallone?
"Loro sì, io soltanto di Milan. Sono sempre stato uno sfegatato milanista, perché mio nonno, Mario Vitali, è stato uno dei fondatori del Milan. Quando ero piccolo mi portava in società, potevo vedere da vicino i calciatori, e poi spesso si andava allo stadio insieme: impossibile non diventare eternamente rossonero".
Ha visto vincere tanti scudetti e alzare tante Coppe dei Campioni e Champions. Qual è il Milan che ha più nel cuore?
"Quello di Berlusconi, è chiaro! Con il Cavaliere ci siamo tolti davvero tante soddisfazioni".
Che rapporto avevate?
"Straordinario, nel tempo sono diventato proprio amico di Berlusconi, ci frequentavamo e lavoravamo. Mai avrei pensato di entrare nella sua scuderia, è stato magnifico. Era una grande persona, si fermava spesso a parlare con noi, anche di calcio e di Milan. Era davvero molto alla mano, un uomo autenticamente simpatico e cercava di trarre da ogni situazione un vantaggio per lui e per chi lavorava per lui. Per me Berlusconi è stato come Leonardo da Vinci, almeno io la penso così: è stato un genio in tutto quello che ha fatto. Tirava fuori il meglio da ognuno".
Un po’ quello che dovrebbe fare un bravo allenatore. Qual è stato il tecnico del Milan che ha più apprezzato?
"Posso fare due nomi?".
Certo.
"Fabio Capello, davvero bravissimo, e poi non posso non citare Arrigo Sacchi che è stato rivoluzionario da diversi punti di vista".
Indubbiamente. Se le chiedessimo di fare un solo nome di quegli anni di grande Milan?
"È difficile, parliamo del Milan di Gullit e Van Basten, un’epoca straordinaria, ma dovendo sceglierne uno solo dico Franco Baresi. E andando avanti nel tempo mi piace citare Pirlo".
Ha stretto qualche amicizia con dei calciatori rossoneri?
"Ne ho conosciuti parecchi, avevo legato molto con Virdis, siamo stati amici per tutto il tempo in cui è rimasto a Milano... Capito mi hai?".
Oggi come vede la squadra?
"Impossibile non rimpiangere Berlusconi. E aggiungo: non credo che troveremo un altro presidente come lui, non solo che prenda il Milan, ma anche qualcuno altrettanto capace di prendere in mano il Paese. L’unico che forse potrebbe fare bene, riportando la squadra a quello che era una volta, è Aurelio De Laurentiis: ha una visione del calcio che si sta rivelando vincente e ha anche tanti soldi, dobbiamo dirlo...".
E il ritorno di Allegri?
"Se non altro conosce bene l’ambiente e ci permette di sperare in un rilancio, dopo una stagione che ha lasciato decisamente a desiderare. Sono molto curioso di vedere all’opera Modric: lo ammetto, lo conosco poco, ma è stato Pallone d’Oro, non vedo l’ora di vederlo in campo con i colori rossoneri addosso".
Ha fatto anche alcuni film storici in cui ricopriva il ruolo di tifoso: da “Fratelli d’Italia” e “Tifosi” fino a “Eccezzziunale... veramente”.
"In cui facevo l’interista, non è stato facile... Mentre negli altri ero un vero rossonero! Tante battute che sento ancora citare dai ragazzi di adesso le avevo improvvisate, ci divertivamo sempre sul set. Del resto quando fai quel genere lì, se non ti diverti non puoi neanche riuscire a far divertire il pubblico".
Un tempo la si vedeva spesso tra i paddock della Formula 1.
"Perché Michele Alboreto era il cugino primo di mia moglie, quindi andavo spesso a vedere le gare. Ho conosciuto tanti piloti, era una bella Formula 1, sempre divertente, anche quella forse oggi si è un po’ sbiadita. È che il mondo è cambiato e continua a cambiare sempre più velocemente e noi avanziamo con gli anni, ma con noi crescono anche il buon umore e la gioia di rendersi conto di invecchiare. Che vuol dire vivere ed è sempre una fortuna di cui è bene essere consapevoli".
E allora ci racconti come festeggerà stasera questi intensi 80 anni.
"Le mie figlie hanno organizzato una festa per gli amici più cari. Dicono che se avessero dovuto invitare tutte le persone che, per fortuna, mi stimano - e parliamo di quattro generazioni di pubblico -, avrebbero dovuto prendere San Siro. Ho detto che quello lo affittiamo per i novanta...".