Il presidente degli Stati Uniti lo ha indicato come potenziale leader del 'Board of Peace', ma avrebbe dei ripensamenti

15 ottobre 2025 | 00.04
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Tony Blair era raggiante mentre posava al fianco di Donald Trump al vertice su Gaza di Sharm el-Sheikh. L'ex primo ministro britannico appare di ottimo umore - conferma chi gli è vicino - da quando il presidente degli Stati Uniti lo ha indicato come potenziale leader del 'Board of Peace', che dovrebbe supervisionare il lavoro del governo tecnico chiamato a guidare la Striscia di Gaza durante la fase di transizione. Ma è stato lo stesso Trump, preoccupato per la "popolarità" nella regione dell'ex inquilino di Downing Street, a sollevare dubbi sulla scelta.
Anche se i due si sono mostrati più che sorridenti nella foto che si sono scattati insieme nel resort egiziano, durante la 'processione' che ha visto tutti i leader omaggiare uno dopo l'altro Trump per aver promosso la pace a Gaza, nella notte precedente - parlando con i giornalisti sull'Air Force One che lo portava in Israele - il presidente americano non è sembrato così certo di volere Blair nel 'Board of Peace'.
"Mi è sempre piaciuto Tony, ma voglio scoprire se è una scelta accettabile per tutti. Voglio scoprire se Tony sarebbe popolare tra tutti perché questo non lo so ancora", ha affermato il tycoon, gettando qualche ombra sul futuro dell'ex leader laburista e inviato speciale del Quartetto, che resta una figura controversa in Medio Oriente per il suo ruolo nella guerra in Iraq.
Secondo la stampa britannica, sul nome di Blair non c'è accordo tra le fazioni palestinesi. L'ex primo ministro, infatti, avrebbe ricevuto l'endorsement dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) durante un incontro esplorativo che si è tenuto domenica ad Amman con Hussein al-Sheikh, vice presidente dell'Anp e capo del comitato esecutivo dell'Olp.
Sebbene Blair fosse presente a New York agli incontri con i leader arabi a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu, che hanno aperto la strada al documento in 20 punti di Trump per la pacificazione di Gaza, quello in Giordania è stato il primo approccio con cui l'ex leader dei laburisti ha testato il suo possibile nuovo ruolo con la leadership palestinese. Hamas, invece, che non dovrebbe avere un futuro nel governo di Gaza, è fortemente contraria a un coinvolgimento di Blair e all'idea di un board che agirebbe come 'guardiano straniero' della Palestina. E anche il Labour non sprizza di gioia all'idea.
L'ex inquilino di Downing Street sembra voler mantenere un profilo basso, evitando dichiarazioni che - in questa fase - potrebbero ostacolarlo e scegliendo di lavorare lontano dai riflettori. Non a caso a Sharm el-Sheikh ha dribblato con un sorriso e aumentando il passo la domanda di un giornalista di Sky News che gli chiedeva chiarimenti sul suo eventuale ruolo nel 'Board of Peace'.
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