In Italia attive quasi 6mila imprese con 102mila addetti e un giro d’affari di oltre 53 miliardi. Greco: “Componente strategica e sempre più diffusa nel Made in Italy”
9 dicembre 2025

Il mercato biotech italiano nel 2024 conta 5.869 imprese (+5%) con una forte presenza di micro e piccole imprese (89%), con una concentrazione significativa nel Nord Italia (47%), seguito da Sud e Isole (28%) e dal Centro (25%) e un fatturato stimato in 53,4 miliardi (+5% rispetto al 2023). Lo rileva il nuovo Report “Il Biotech in Italia 2025. Numeri, storie e trend” realizzato da Assobiotec-Federchimica in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano.
Nella sanità il più alto fatturato medio per azienda
Il comparto mostra una forte eterogeneità settoriale: la maggioranza delle imprese (65%) è attiva nel comparto agroalimentare e zootecnico con oltre 27 miliardi di euro di ricavi mentre il più alto valore di fatturato medio per azienda è nel settore biomedico e sanitario con il 7% delle imprese e 20,8 miliardi; chiude l’industriale e ambientale con oltre 5 miliardi. Anche l’occupazione registra un segno positivo: nel 2024 gli addetti del biotech in Italia sono 102.565, in crescita del 4%.
Greco: valorizzare e sostenere un comparto altamente innovativo
Per Fabrizio Greco, presidente Assobiotec-Federchimica “per la prima volta il settore dispone di una rappresentazione scientificamente fondata della presenza biotecnologica nel Paese, sia nella sua componente più tradizionale, particolarmente rilevante nelle applicazioni agricole e industriali, sia in quella più innovativa, che emerge con forza nell’ambito biomedico e sanitario e che da sola genera circa il 40% del fatturato biotech nazionale”. L’auspicio è che questa fotografia aggiornata “supporti istituzioni, imprese e comunità scientifica nel valorizzare e sostenere un settore capace di incidere profondamente su competitività, sostenibilità e capacità innovativa del Paese, oggi finalmente al centro anche della strategia europea con il EU Biotech Act, di imminente pubblicazione”.
I driver che stanno delineando il futuro
Tra i driver che stanno delineando il futuro del biotech, secondo Chiara Sgarbossa, direttrice Osservatori Sanità Digitale e Life Science Innovation, School of Management del Politecnico di Milano “si distinguono la medicina di precisione, le biosoluzioni, la fermentazione di precisione, le tecniche di evoluzione assistita e la bioconversione, che riflettono le traiettorie di innovazione già intraprese da startup e Pmi innovative e indicano la direzione verso un settore sempre più sostenibile, integrato e competitivo”.
Focus su startup e Pmi innovative
Il report riporta un focus dedicato alle startup e Pmi innovative biotech nazionali. I principali dati evidenziano la presenza di 559 realtà, in aumento rispetto all’anno precedente. Sebbene rappresentino una parte minoritaria del totale, esse svolgono un ruolo cruciale nell’avanzamento tecnologico, con una forte propensione alla ricerca, allo sviluppo deep-tech e alla collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese. L’analisi evidenzia, inoltre, come l’imprenditorialità biotech in Italia sia fortemente legata al trasferimento tecnologico e alla collaborazione tra imprese, università ed enti di ricerca mettendo in luce l’importanza di incubatori, acceleratori e fondi di venture capital nel sostenere la crescita del settore.




