(di Alessandra Baldini)
Dopo aver cavalcato con
disinvoltura generi musicali diversi come il disco e il country,
Beyoncé sembra pronta a cambiare ancora una volta pelle: la
prossima destinazione potrebbe essere il rock, ipotizza il
magazine Rolling Stone, interpretando l'indizio offerto
dall'ultimo spot della cantante per i jeans Levi's intitolato
The Denim Cowboy.
Ancora immersa nell'estetica country, Beyoncé abbandona il
cavallo bianco e l'estetica western che aveva accompagnato il
lancio di Cowboy Carter per salire su una rombante Harley
Davidson e sfrecciare nella notte. È una transizione visiva
potentissima: messa in pensione la cowboy, al suo posto arriva
una biker ribelle, urbana, inevitabilmente rock.
Dall'uscita di Renaissance nel 2022 — il primo capitolo di
una trilogia pensata fin dall'inizio come un viaggio in tre atti
attraverso la storia e le radici afroamericane della musica
popolare — l'artista texana ha costantemente spiazzato il
pubblico con la sua creatività, portando alla ribalta le radici
afroamericane spesso dimenticate di generi musicali dominati
dall'industria bianca. Dopo l'omaggio di Renaissance alla club
culture black e queer, e il tributo al country con Cowboy
Carter, i fan sono dunque in fermento.
I sospetti non nascono nel vuoto. Da anni Beyoncé mostra un
forte interesse per il rock e per la sua storia sommersa. Brani
come "Don't Hurt Yourself" da Lemonade hanno già messo in chiaro
che l'artista sa maneggiare con forza e consapevolezza le
chitarre distorte e l'aggressività del genere. L'ultimo anno poi
Beyoncé si è raramente allontanata dal look denim integrale, ma
quando lo ha fatto è stato con intenzione: Queen Bey ha scelto
ad esempio di vestirsi per Halloween come Betty Davis, una
pioniera funk-rock degli anni Settanta, ex moglie di Miles
Davis, censurata e marginalizzata dall'industria musicale.
Betty, come la star del country Linda Martell (presente in
Cowboy Carter), è stata una delle tante donne nere dimenticate
dalla storia ufficiale della musica americana e di cui Beyoncé
ha raccolto idealmente l'eredità, portando alla luce figure che
avevano osato troppo, troppo presto.
Se Rolling Stone ha ragione, e se Act III sarà davvero un
disco rock, sarà comunque un disco rock alla Beyoncé: una
fusione tra potenza musicale, coscienza culturale e narrazione
politica. Non una semplice incursione in un nuovo genere, ma
un'altra tappa in un percorso di riscrittura della storia
musicale americana in cui il rock torna a essere riconosciuto
anche per le sue origini afroamericane — non come travestimento,
ma come restituzione. E se Beyoncé salirà davvero su quel palco,
sarà impossibile ignorarla.
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