Berrettini si ritira contro Ruud e saluta Roma tra le lacrime

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Sul 5-7 0-2 l'italiano deve fermarsi per il solito problema agli addominali. Finisce al terzo turno la sua avventura agli Internazionali

Marco Iaria

Giornalista

12 maggio - 20:25 - ROMA

Peccato Matteo, non doveva finire così. Proprio al Foro Italico, proprio a casa tua. Berrettini si ritira contro il norvegese Casper Ruud, dopo aver lottato nel primo set, perso 7-5. Giocati i primi due game del secondo parziale (0-2), il romano alza definitivamente bandiera bianca per il solito problema agli addominali, che l’aveva fatto tribolare in passato e che si è ripresentato due settimane fa a Madrid, costringendolo all’abbandono contro Draper. “Sorry Matteo, feel better”, scrive con fair play Ruud sulla telecamera, in un Centrale ammutolito, mentre Matteo esce dal campo tra le lacrime. Si chiude così la sua avventura agli Internazionali, a 4 anni di distanza dall’ultima volta. Dopo aver battuto Fearnley all’esordio, il numero 30 del mondo partiva sfavorito nel terzo turno contro il due volte finalista del Roland Garros e 7° giocatore al mondo. Ma questo esito lascia un’enorme scia di amarezza. 

la partita

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Matteo fatica a carburare. I primi due turni di battuta sono come le montagne russe: una palla break salvata, il ping pong dei vantaggi. Ruud, invece, concede pochissimo. Poi l’azzurro cresce, incrementa la percentuale di prime e libera il diritto infilando due game di servizio senza perdere punti. Si entra nella fase calda del primo set. Sul 4-4, per la prima volta, Berrettini crea pericoli in risposta portandosi sullo 0-30. Niente da fare, il norvegese è un muro di gomma. È Matteo a crollare per primo, sul 6-5, tradito proprio dal diritto, oltre che dalla tensione. Primo, e unico, break del primo parziale e 7-5 per Ruud, che commette solo 8 errori non forzati, contro i 19 del “padrone di casa”. Nel secondo set il norvegese scatta 2-0. Matteo strappa gli applausi del pubblico con uno stupendo lob di rovescio. Un fuoco di paglia. Il dolore si ripresenta, il ritiro è inevitabile.

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