L'azzurro in conferenza stampa guarda ai momenti difficili della carriera: "Qui a Torino ho vissuto forse la delusione più grande della mia vita". Poi, un passaggio sul futuro che ha i colori dell'Italia: "Io capitano? Magari a 65 anni, ora Volandri sta facendo un lavoro egregio"
13 novembre - 12:47 - TORINO
Non sa come domare i ricci che gli sono esplosi sulla testa negli ultimi mesi, però ha imparato a limitare i capricci che, per sua stessa ammissione lo intralciavano in campo. Matteo Berrettini è a Torino mentre Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Bolelli e Vavassori si giocano le Finals. Un tempo era lui il protagonista, ma non esclude il ritorno: “Ci pensavo l’altro giorno: qui ho vissuto forse la delusione più grande della mia vita”. L’infortunio contro Sascha Zverev che lo costrinse al ritiro, fu una specie di staffetta: fuori Berrettini, dentro Sinner: “Se penso a quello che ha fatto lui negli ultimi due anni, è impressionante. Ognuno ha il proprio mondo, i propri ritmi, gli obiettivi. Io penso di avere ancora qualcosa da dare a questo sport, ci sono soddisfazioni che voglio togliermi. Senza però rischiare il fisico e la testa, che ha sofferto abbastanza negli ultimi anni”. L’amicizia con Sinner l’ha anche aiutato a tirarsi fuori dall’ultimo brutto momento, questa estate. Dopo l’infortunio di Roma, l’ennesimo stop and go, il rientro buio di Wimbledon sembrava quasi il capolinea della carriera: “Allenarmi con lui a Montecarlo mi ha aiutato – ha raccontato -. Mi sono accorto che mi piaceva colpire la palla con la racchetta, il suono che usciva dalle corde. Mi piaceva proprio. Lì ho capito che per me non era ancora il momento di lasciare”.
la coppa davis
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Adesso lo attende una sfida importante, mettersi sulle spalle la squadra di Davis. Lui è l’esperto, l’ex numero 6 al mondo che più di una volta ha dato alla squadra la spinta che serviva sia in campo, come lo scorso anno con la vittoria insieme a Sinner, che fuori: “La Coppa Davis mi ha sempre fatto bene, e io penso di poter dare la grinta giusta al gruppo. Jannik non c’è, Musetti è in dubbio, ma la cosa bella è che anche senza le due prime punte del momento, non c’è ansia. Siamo tutti consapevoli di potercela fare. Tutti abbiamo voglia e siamo in un buon momento, Bolelli e Vavassori stanno giocando alla grande, Cobolli ha fatto la miglior stagione della carriera, Sonego se verrà, ha dimostrato di stare molto bene. Siamo in gruppo, siamo amici, andrà tutto bene”. Parla da capitano, Matteo, ma al momento colpire e rincorrere la palla è ancora quello che ama di più: “Volandri sta facendo un lavoro egregio, per il momento va bene così. Poi magari quando mi ritirerò, a 65 anni…”. Bentornato Berretto.


