Belgio, Alderweireld racconta l'addio alla nazionale: "Soffrivo di attacchi di panico"

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Il difensore belga svela i retroscena della sua decisione di abbandonare il Belgio, raccontando l'episodio drammatico che ha segnato la sua carriera

Nancy Gonzalez Ruiz

18 novembre - 20:07

Toby Alderweireld, dopo anni di successi e sfide sui campi di mezza Europa, ha deciso di fare ritorno in Belgio, accasandosi all'Anversa. Questa scelta non è stata solo una questione calcistica, ma una decisione di vita, influenzata profondamente da un sentimento che il difensore portava dentro da tempo: la nostalgia di casa. "Durante la mia carriera ho detto spesso che volevo lasciare", ha confessato Alderweireld, spiegando come questo desiderio non sia mai svanito, nonostante i consigli di chi gli stava vicino: “Mio padre disse che la mia nostalgia di casa sarebbe passata: ‘Resisti e passerà’ mi diceva. Ci credevo anch'io, ma la nostalgia di casa non è mai andata via”.

L'episodio drammatico

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Uno degli episodi più drammatici che ha spinto Alderweireld a rivedere le sue priorità si è verificato durante la sua seconda stagione in Belgio. Dopo una sconfitta in coppa contro l'Union, il difensore è stato colto da un attacco di panico che gli ha cambiato la vita. “Dopo la partita di coppa persa contro l'Union, ero arrabbiato e frustrato. Non riuscivo a dormire la notte e mi sono recato al club la mattina dopo per una sessione di sollevamento pesi. Prima di partire, ho preso un'altra pillola di caffeina perché non mi piace il caffè -  ha raccontato Toby - In macchina, il mio cuore ha iniziato a battere all'improvviso. Ho pensato: 'Sto avendo un attacco cardiaco. Questa è la fine per me; non vedrò mai più i miei figli’. Mi sono fermato e sono entrato in un negozio di mobili, chiedendo se potessero chiamare i soccorsi”.

L’addio alla Nazionale: una scelta obbligata

Confermato che i suoi sintomi erano legati allo stress, Alderweireld ha dovuto prendere una decisione difficile: lasciare la nazionale belga. Dopo 127 presenze e cinque grandi tornei internazionali, il difensore ha deciso di chiudere quel capitolo, consapevole che la pressione e le aspettative legate agli impegni internazionali avrebbero solo peggiorato la sua situazione. "Abbiamo fatto dei test, ma andava tutto bene. Poi ho parlato con la gente e dicevano che era dovuto al troppo stress. Si trattava semplicemente di un attacco di panico” - ha spiegato  - “Questa è la ragione per cui ho lasciato il Belgio. Ho vissuto momenti fantastici, ma era tempo di andare avanti”

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