Battocletti dopo l'argento: "Chebet è battibile, non mi troverà più impreparata"

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Nadia torna in pista giovedì nelle batterie dei 5000: "Le africane mi rispettano. Non abbasso lo sguardo"

Dal nostro inviato Andrea Buongiovanni

16 settembre - 09:22 - TOKYO

La premiazione a Medal Plaza, un passaggio a Casa Italia, un po’ di tempo con mamma Jawhara, ex ottocentista marocchina ("Sembra tua sorella, da quanto è giovanile", le dicono tutti), qualche ora col fidanzato Gianluca, maestro di sci e revisore contabile e col manager Marcello Magnani, gli obblighi con gli sponsor e tanti ringraziamenti via social in risposta ai complimenti ricevuti. Poi, supervisore papà-coach Giuliano, la testa alle batterie dei 5000 di giovedì. Per Nadia Battocletti le celebrazioni per l’argento sui 10.000 sono rimandate.

Nadia, non è stanca? 

"Più che altro per i tanti mesi senza pause: dalle campestri alla strada, poi la pista. Quando tornerò, anche se non ho un programma, farò tre settimane di vacanza. L’anno scorso, in vista degli Europei di cross di dicembre, ho ripreso a metà ottobre. E visto che il primo obiettivo della nuova stagione sarà lo stesso...".

Per poi, l’11 gennaio a Valencia, tentare il record europeo dei 10 km su strada. Prima c’è il 5000 iridato: come si presenta? 

"Dipenderà da come avrò recuperato il 10.000: dopo ho bevuto un totale di 4 litri. Sarà dura, anche se posso spaziare con successo dai 1500 ai 10.000. Sulla prima distanza, in giugno, ha mancato il record italiano di 4/100".

Lo ritenterà?

"Vorrei trovare un 10.000 tirato, da meeting, per inseguire un tempo di valore: con le condizioni giuste, ho ampi margini". 

La Chebet è battibile? 

"Come tutte. Avrei potuto provarci sabato, non mi fossi fatta trovare impreparata dal suo attacco decisivo. Ho reagito tardi, ho esitato e ormai era andata".

All’Olimpiade di Parigi la precedette di 10 centesimi, qui di 62. 

"Dice poco: questo argento dà più valore a quello olimpico". 

Tokyo le porta bene. 

"Ai Giochi 2021, prima vera uscita internazionale, proprio nei 5000, colsi un inaspettato 7° posto. Poi, nel maggio scorso, su un circuito intorno allo stadio, ho firmato il record continentale dei 5 km su strada. Essere di nuovo qui mi stimola molto". 

I rapporti con le africane? 

"C’è rispetto reciproco, ci parliamo. Credo mi ammirino. Spesso è una sfida di sguardi. Loro cercano il mio: mai abbassarlo. E non ditemi che hanno più “fame”. Ho solo la fortuna di trasformare la mia passione in qualcosa di più".

Come affronta la fatica? 

"I miei mi hanno sempre lasciato fare quel che volevo. Quindi è tutto frutto di mie scelte. Mi fanno soffrire di più le sconfitte, come il 16° e ultimo posto nella finale dei 5000 ai Mondiali di Budapest 2023. Il dolore resta". 

Negli ultimi mesi ha aumentato i carichi: come li ha retti? 

"Dal 20 luglio al 20 agosto ho fatto base al Rifugio Campolongo. Le due settimane centrali sono state impegnative. Poi, in pista, si arriva a fare 15 volte i 400 e ripetute per 8-9 km complessivi. Serve per arrivare a gestire un finale come quello dell’altra sera".

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