Bastianini: "Pokémon, tuffi e pesca, adesso vi racconto tutto. Misano? Memorabile"

2 giorni fa 5

Dai ricordi delle vittorie in Moto3 al tempo libero. La Bestia si racconta e svela la sua vita dentro e fuori la pista

Andrea Barilaro

13 settembre 2025 (modifica alle 11:09) - MILANO

Enea Bastianini, la Bestia. Classe 1997, romagnolo doc, figlio della terra dei motori. Pilota veloce e talentuoso, unico come la sua guida. Dirà Marc Marquez: "Ha uno stile strano, ma molto efficace". Per Enea, da quest’anno con la Ktm-Tech3, tra tutte le classi, 13 vittorie, 51 podi, un Mondiale di Moto2. Finora primo e ultimo "però dai, vedremo". Perché non si sa mai, come nella vita. La sua avrebbe potuto prendere una piega diversa. A 10 anni il bivio: faccio il pilota o il tuffatore? Ha scelto il primo. "Ma non è che avessi tanti dubbi eh...". Per buona pace di mamma Antonella e papà Emilio: "Avevano provato a farmi cambiare idea". Spoiler: non ce l’hanno fatta. A Misano, il suo GP di casa che si corre domani e al quale la Bestia arriva dopo un podio che gli mancava da 308 giorni, ci saranno anche loro. 

Il ricordo più bello a Misano?

"La mia prima vittoria in Moto3. È stata memorabile, mi sembra ieri tanto che potrei raccontare tutto nel dettaglio. Vincere in casa, davanti a tutta la mia gente, ai miei amici... Era un po’ nell’aria perché arrivavo sempre secondo, terzo, secondo, terzo. Facevo però fatica a vincere. Ma in quella gara me lo sentivo talmente tanto che il giorno prima ho chiamato il mio parrucchiere e gli ho detto: “Guarda, voglio tingermi i capelli di bianco perché domani voglio fare il tricolore quando vincerò la gara”. Fortunatamente sono riuscito a vincere, altrimenti avrei fatto davvero una bella figura di m...". 

Come cambia la sua routine quando si corre a Misano? 

"Racconto questa del 2021. Al sabato, in qualifica, le cose non erano andate molto bene, e lì mi sono detto: “Sai che c’è? Ora torno a casa a dormire, mi tranquillizzo, sto un po’ col mio cane e vediamo cosa succede domani”. Un qualcosa che mi posso concedere solo qui, abitando a neanche un quarto d’ora dal circuito. Beh, partivo molto indietro ma ho rimontato, finendo addirittura la gara sul podio". 

Che rapporto ha con il tempo?

"Sta migliorando. Ultimamente sono diventato più preciso in tutto, anche perché nel mio sport è fondamentale non lasciare nulla al caso".

 Lei è quell’amico che arriva sempre in ritardo? 

"Vorrei dire di no, ma mentirei. Però sono migliorato. Anche ri-spetto agli anni in cui andavo a scuola. Ero quello dell’ultimo minuto: sempre sul filo, ma mai veramente in ritardo eh".

È ambassador di Tissot, il suo modello preferito? 

"Dico il PRX, lo uso sempre. E in generale da cinque o sei anni l’orologio è parte di me, lo porto dappertutto".

Cosa fa nel tempo libero? 

"Mi piace pescare, mi definisco un pescatore sfegatato. Poi dai, la sera qualche fiorentina me la mangio, oppure una pizza. Sono uno di buona forchetta". 

Nel 2014 disse: musica poco, zero libri e cinema molto. Oggi? 

"Il cinema l’ho un po’ accantonato, “colpa” di Netflix. Il resto direi uguale. Come detto mi piace pescare, in più da un po’ di anni colleziono carte dei Pokémon, l’altra mia grande passione". 

Macchina del tempo, torniamo all’Enea tuffatore. 

"Non è una cosa che molti sanno ma sì, ero un tuffatore. Era nata un po’ per caso. Da piccolo andavo a nuotare con un amico e, nella piscina di fianco, vedevo la gente che si tuffava. Un giorno sono andato lì e gli ho chiesto: “Posso fare un tuffo anche io?” Mi hanno detto di no perché non ero iscritto, quindi sono andato da mia mamma e le ho detto: “Mi voglio iscrivere, voglio fare un cavolo di tuffo da quel trampolino”. Da quel momento è partito tutto".

Il tuffo che le veniva meglio?

"Doppio e mezzo in avanti raggruppato".

Quanto è importante per lei il timing? 

"Tantissimo. E ci voleva tempo, anche tanto, per imparare un tuffo nuovo. Avevo spesso un blocco mentale, però più ci pensavo e più era peggio. Dovevo muovermi e basta, lasciarmi comandare dall’istinto. Un po’ come quando vado in moto". 

C’è un minuto che vorrebbe rivivere? 

"La mia prima vittoria. Poi il primo titolo mondiale nel 2020, finora primo e ultimo. Però dai, vedremo...".

Se le dico 23.33 a cosa pensa?

"All’ora in cui vado a dormire. Da questo nasce anche il mio numero di gara. Nel 2021, primo anno di MotoGP, il mio 33 era occupato da Binder, dunque ho dovuto cercarne un altro. Non è stato semplice, poi ho iniziato a fare caso che ogni sera io e la mia ragazza, senza farlo apposta, ci scambiavamo la buonanotte alle 23.33. Una cosa incredibile. Ecco quindi come nasce il 23. Ci sono momenti in cui lo vedo spesso, che sia una stanza d’hotel oppure il tavolo di un ristorante. E ogni volta che capita succedono “cose”. E mai qualcosa di “piatto”: una cosa o bella o brutta, senza vie di mezzo. Insomma, o bianco o nero".

Questo fine settimana lo vedrà? 

"Speriamo... e confido in qualcosa di buono".

Leggi l’intero articolo