Jannik ha domato facilmente il vecchio leone Nole: è diverso da quello di Roma
Sei troppo forte ragazzo, avanti così. Cosa volete dire di diverso a Jannik Sinner dopo aver seguito e ammirato la sua prestazione contro Novak Djokovic che gli è valsa un’altra finale Slam, la prima al Roland Garros? È stata una vittoria chiara, di carattere. Il numero uno del mondo ha sempre comandato il match e ha saputo stringere i denti nei momenti in cui c’era da soffrire, soprattutto nel terzo set. Ma ne è uscito alla grande domando il vecchio leone sulla superficie meno congeniale alle sue caratteristiche.
staffetta sinner
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Il passaggio di consegne tra l’uomo che detiene tutti i record del tennis e l’azzurro c’era già stato durante gli Australian Open del 2024 ma il match di ieri sera era comunque carico di significati importanti. Djokovic ci ha messo l’anima e anche qualcosa di più. Per lui si trattava prima di tutto di una questione d’orgoglio davanti a una platea così importante. E poi era forse l’ultima occasione per cercare di restare nel giro del tennis che conta dicendo, prima di tutto a se stesso, che lui se la può giocare ancora contro tutti i migliori. A mettere del pepe sulla contesa c’erano state anche quelle frasi sibilline che Novak aveva pronunciato nel periodo più difficile per Jannik (la sospensione per il presunto doping) che certo non avevano fatto piacere al nostro numero uno. Sinner ha vinto di forza, anche senza l’aiuto della prima palla di servizio, la cui percentuale per almeno due set è stata sotto un livello accettabile. Ha vinto smantellando game dopo game le difese dell’avversario grazie a bordate di dritto e rovescio che hanno inciso sulla resistenza e la testa del fuoriclasse serbo. Il quale non sapendo che pesci pigliare si è rifugiato spesso nella smorzata ma davvero con poca fortuna.
difficoltà djokovic
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La verità è che i suoi 38 anni inevitabilmente si fanno sentire e Nole oggi non riesce più a reggere il ritmo del nostro campione quando il rosso della Val Pusteria decide di pigiare sull’acceleratore. È probabile che a volte Nole possa aver avuto l’impressione di vedere dall’altra parte della rete il se stesso di 10 anni fa, che respingeva di tutto a una velocità difficile da digerire per chiunque. Fatto sta che Jannik in questo Roland Garros è arrivato in finale senza perdere un set. E adesso viene il bello contro l’avversario di oggi e del futuro. E cioè Carlos Alcaraz. C’è da vendicare Lorenzo Musetti (che si è arreso in semifinale complice anche un infortunio) e soprattutto la finale degli ultimi Internazionali d’Italia. Questo di Parigi è comunque un Sinner diverso rispetto a quello che abbiamo visto a Roma. Magari non è ancora al cento per cento della condizione ma l’inevitabile rodaggio del post sospensione è ormai terminato e nella gambe ci sono già parecchi set. Vincere non sarà facile perché lo spagnolo sta giocando veramente bene ma l’azzurro ha tutte le carte in regola per dare l’assalto al quarto Slam della carriera, il secondo dell’anno.