Il boom del turismo in Italia spinge
anche i proventi dell'imposta di soggiorno incassata dai comuni.
Lo scorso anni i ricavi per gli enti locali che l'hanno prevista
hanno raggiunto , escludendo Roma Capitale (che ha un diverso
sistema di conteggio), i 760 milioni di euro, il 19% in più
rispetto all'anno precedente "e triplicando i livelli raggiunti
nel 2020, annus horribilis della pandemia, in cui le entrate
turistiche si erano fermate a 251,6 milioni di euro".
In vetta alla classifica degli incassi derivanti dall'imposta
di soggiorno, secondo l'elaborazione del Centro studi enti
locali su dati Mef, Banca d'Italia e Istat, c'è Firenze che è
cresciuta ulteriormente rispetto agli anni precedenti, passando
dai 45,5 milioni del 2022 ai 69,8 del 2023 e poi ancora, con un
aumento del 10%, ai 76,9 milioni del 2024. In seconda posizione
Milano che accorcia le distanze rispetto alla città toscana e si
porta - con un aumento di 14,4 milioni di euro (+23%) - a 76,5
milioni. Salda anche la terza posizione, sempre occupata da
Venezia che ha però rallentato la corsa rispetto alle altre
grandi città d'arte e ha chiuso con poco meno di 40 milioni di
euro il 2024, in aumento del 4% rispetto all'anno precedente.
Seguono: Trento con 29,7 milioni , Napoli con 19 milioni di
euro (+9%), Bologna con 15,4 milioni (+22%), Rimini con 14,7
milioni (+28%) e Torino con 10,3 milioni che si confrontano con
i 9,8 dell'anno precedente. Il comune più piccolo tra i colossi
della "top ten" è Sorrento. Nonostante i suoi poco più che
15mila abitanti, la fama internazionale delle sue coste gli sono
valse un tesoretto da 9,1 milioni di euro - con un balzo del 32%
rispetto al 2023 - e gli hanno consentito di superare anche
Palermo che si è fermata a 8,7 milioni nonostante un aumento
clamoroso rispetto al 2023, in cui aveva i pernottamenti dei
turisti gli avevano portato in dote 4,8 milioni. Significativo
anche l'aumento registrato a Genova (da 5,1 a 7,3 milioni),
Bolzano (da 961mila euro a 1,8 milioni), Taranto (da 143mila
euro a 306mila) e Siracusa (da 1,3 milioni a 2,3). In
controtendenza, tra le grandi città italiane: Livorno (-17%),
Salerno (-10%), Reggio Emilia (-10%), Forlì (-8%), Novara (-5%)
e Terni (-2%).
Sebbene in aumento rispetto al passato (+379 in 5 anni), gli
enti locali che hanno effettivamente istituito l'imposta di
soggiorno sono una sparuta minoranza: nel 2024 sono stati 1.382,
poco meno di un quarto rispetto ai 5.700 che sarebbero titolati
a farlo. "Il grosso degli enti continua, dunque - spiega
Veronica Potenza ricercatrice del Centro studi Enti Locali -
elaborato la ricerca - a rinunciare a somme potenzialmente
consistenti con la speranza di essere così più attrattivo per i
turisti, accogliendo così le richieste da sempre avanzate dalle
associazioni di categoria del settore".
Complessivamente, sono ancora i comuni dell'Italia
settentrionale a fare la parte del leone quando si passa di
incassi derivanti dall'imposta di soggiorno. Le strutture
ricettive del nord Italia hanno raccolto oltre 450milioni di
euro, quasi il 60% del totale, ma il Mezzogiorno sta recuperando
terreno, trainato soprattutto dall'ottimo risultato soprattutto
delle isole (+29%).
In generale, gli incassi 2024 hanno superato quelli del 2023
nel 62% dei comuni. Un peggioramento si è osservato soltanto in
374 enti, più della metà dei quali proprio del nord Italia
(225). A livello provinciale sono cresciute, più di tutte, le
entrate degli enti di Barletta-Andria-Trani (+200%), Bari
(+195%), Massa Carrara (+109%), Reggio Calabria (+90%) e Fermo
(+76%).
In calo invece, oltre a Aosta (-2%), gli incassi dell'area
di Cagliari (-11%), Reggio Emilia (-10%), Parma (-5%), Foggia
(-3%), Salerno (-2%) e Ascoli Piceno (-1%).
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