Andare in bici ti difende dalla demenza: lo dice la scienza

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La chiave sta nel mantenere costante il volume di alcune aree cerebrali, in particolare l'ippocampo

Giacomo Martiradonna

17 giugno - 18:42 - MILANO

Usare la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano per spostarsi, fare la spesa o andare all'ufficio postale fa bene non solo al pianeta: può ridurre significativamente anche il rischio di sviluppare alcune forme di demenza. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Jama Network Open, condotto da un gruppo di ricerca della Huazhong University of Science and Technology di Wuhan, che ha analizzato i dati clinici di quasi mezzo milione di persone nel Regno Unito. L'ipotesi è supportata da precedenti osservazioni su esercizio fisico e orientamento spaziale, e dimostrerebbe che una sgambata quotidiana può aiutare a preservare alcune aree chiave del cervello coinvolte nei processi della memoria.

Un ampio studio su 13 anni

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I ricercatori hanno preso in esame i dati della UK Biobank, selezionando un campione di 479.723 individui con un'età media di 56,5 anni, senza diagnosi di demenza al momento dell’arruolamento. La salute dei partecipanti è stata quindi monitorata per un periodo di 13 anni, con particolare attenzione al tipo di mezzo di trasporto utilizzato abitualmente. Al termine dello studio, gli autori hanno rilevato un'incidenza significativamente più bassa di demenza tra chi si spostava regolarmente in bicicletta rispetto a chi prediligeva auto, autobus e perfino camminata. Il beneficio si è osservato in relazione a tutte le principali forme di demenza considerate: Alzheimer, demenza precoce e demenza senile.

bici e demenza, Il ruolo protettivo dell’ippocampo

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L'aspetto più rilevante emerso dallo studio riguarda la conservazione del volume dell'ippocampo. Nei soggetti che utilizzavano regolarmente la bicicletta, questa regione cerebrale risultava mediamente più voluminosa, il che suggerisce un effetto protettivo sul centro della memoria. E intendiamoci, l'associazione tra esercizio fisico e benessere cognitivo è nota da tempo, ma i dati ottenuti dai ricercatori cinesi rafforzano l’idea che anche il tipo di movimento svolto - in questo caso, l’attività aerobica combinata con l’orientamento nello spazio - possa incidere in modo diretto sulla prevenzione della neurodegenerazione.

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