Il tecnico del Psg ha perso nel 2019 la figlia di 9 anni per un tumore alle ossa. Nel 2015, sempre in Germania, aveva festeggiato la vittoria contro la Juve piantando con lei in campo una bandiera catalana
Non esiste uno schema giusto e uno sbagliato per giocarsi la disperazione. Luis Enrique ha scelto di aggredirla fin da quando volle annunciare di persona: "Nostra figlia Xana è morta questo pomeriggio all'età di 9 anni dopo aver combattuto per 5 intensi mesi contro un tumore alle ossa". 29 agosto 2019. Come si pressa la Morte? Con l'accanimento quotidiano della memoria, impedendole che ti porti via altro. "Spiritualmente Xana è sempre tra noi. Ogni giorno le parliamo e scherziamo, vedendo foto o filmati. Abbiamo un sacco di materiale su di lei. Mia madre non voleva tirare fuori le sue foto. Perché? Xana deve restare tra noi, è la stella che illumina la famiglia". Lo spiegava con un sorriso sereno: "Sono un padre fortunato. Per 9 anni ho avuto una figlia splendida". Xana appare spesso, come una delle ninfe dei fiumi di cui porta il nome. Ha dato un appuntamento a papà. Il 6 giugno 2015, al termine della finale Champions vinta dal Barcellona sulla Juve, Xana entrò in campo con la maglietta di Iniesta e una bandiera catalana in pugno. Papà la aiutò a piantarla in mezzo al campo di Berlino. Poi Xana si fece fotografare seduta sulla coppa, come su un trono. Il 31 maggio, Luis Enrique disputerà un'altra finale Champions, contro un’altra italiana, ancora in Germania: un rito magico di evocazione. "Voglio piantare la bandiera del Psg con Xana", confida Lucho. E se solleverà la coppa, la sentirà pesante, come se ci fosse una bambina seduta sopra.