Dopo l'eliminazione in Champions frasi sibilline del tecnico. C'è un altro anno di contratto coi Blancos, ma ormai c'è aria di addio e la Seleçao può tornare alla carica
“Il mio futuro? Non lo so e non voglio saperlo”. Questa frase di Carlo Ancelotti alla tv spagnola Movistar fotografa alla perfezione la situazione d’incertezza che circonda il tecnico del Real Madrid. Carlo ha un altro anno di contratto con la Casa Blanca, ma le possibilità che il tecnico italiano si sieda sulla panchina del Madrid in agosto sono ridottissime. In giro per il Bernabeu si respira un’aria di stanchezza generalizzata. Florentino Perez da mesi flirta con Xabi Alonso, sogna Jurgen Klopp e ammira la crescita di Alvaro Arbeloa. Vuole cambiare allenatore. Anche Ancelotti è in riserva di pazienza ed energie: non ha fiatato quando ha perso Kroos, Nacho, Militao e Carvajal e gli hanno portato Mbappé, che fa un’altra cosa e vive in un altro mondo. Un acquisto galattico che ha costretto Carlo ad arretrare Jude Bellingham, che si è immusonito e ha reso molto meno che nella sua prima magnifica stagione in blanco.
rosa sghemba
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L’arrivo di Mbappé ha anche depresso Vinicius, che si rende conto che le sue possibilità di vincere il Pallone d’oro sono improvvisamente svanite: se in futuro lo prenderà un giocatore del Madrid quasi sicuramente sarà Mbappé, decisamente più coccolato e ammirato di lui. Carlo ha cercato di far convivere i Fantastici 4 dentro e fuori dal campo, ha cercato di equilibrare una rosa sghemba e piena di buchi. Ha rimediato 12 sconfitte contro le 2 della stagione '23-24 ed è uscito dalla Champions troppo presto per gli elevatissimi standard dei "Reyes de Europa", 12 semifinali negli ultimi 14 anni, 6 vittorie nelle ultime 12.
solo grazie
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“Io da qui non me ne andrò finché non mi cacceranno” ha sempre detto Carlo, e l’ha ribadito anche ieri sera: “E quando me ne andrò, tra 10 giorni, un mese, o un anno, da me sentirete solo una parola: grazie”. Carlo non ha alcuna intenzione di strappare, e attende con calma e pazienza un destino che pare segnato. Qui però bisogna aprire l’esotico capitolo Brasile. Due anni fa il presidente della Cbf Ednaldo Rodrigues era venuto a Madrid a prendersi il suo nuovo c.t., che doveva sostituire Tite. Carlo lusingato e tentato aveva dato la sua disponibilità tanto che in autunno del 2023 consegnandogli una laurea ad honorem il rettore dell’università di Parma l’aveva annunciato come nuovo tecnico della Canarinha. Una bomba di mercato rimasta inesplosa perché Florentino era corso ai ripari e prima di Natale aveva offerto a Carlo un rinnovo fino al 2026 assai inusuale per la Casa Blanca.

brasile
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Ora ci risiamo. Però in questo anno e mezzo a Rio de Janeiro sono successe tante cose: Rodrigues è caduto e si è rialzato, il Brasile è caduto e non si è rialzato. Dopo Tite c’è stato Menezes ad interim per aspettare Ancelotti, poi Diniz e quindi Dorival. Risultati pessimi, tutti licenziati. Un rodizio di allenatori che neanche in una churrascaria. E ai primi di giugno per la Seleçao ci sono due partite delicatissime con Ecuador, secondo nel gruppo di qualificazione Mondiale del Sudamerica, e Paraguay. Il Brasile non rischia di star fuori dal Mondiale, però ha già perso varie volte la faccia (l’ultima in Argentina qualche settimana fa) e come per il Real Madrid ogni sconfitta è un dramma.
cortocircuito
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Rodrigues vuole un allenatore rapidamente, e che sia definitivo. E così ieri tra Rio e Madrid si è generato un cortocircuito: in Brasile assicuravano che Ancelotti non era più in cima alla lista dei pensieri del numero uno della Cbf, nella capitale spagnola ha avuto grande successo la notizia che a vedere Madrid-Arsenal nel palco presidenziale c’era un emissario della federazione brasiliana arrivato per prendersi Carlo. La seconda notizia è priva di fondamento, nel senso che Ancelotti non sapeva nemmeno dell’esistenza di questo brasiliano e non è mai stato contattato. Però le cose potranno cambiare rapidamente, una mutazione accelerata in maniera sensibile dall’eliminazione dalla Champions. Il Madrid ha la finale di Copa del Rey col Barcellona il 26 aprile, poi la Liga fino a metà maggio e il Mondiale per club dal 15 giugno al 13 luglio. Quest’ultima competizione ostruiva il panorama brasiliano di Ancelotti, ma senza la Champions è tutto diverso, e in caso di addio di Carlo al Mondiale estivo può andare anche qualcun altro, Arbeloa per esempio, o Solari. Ancelotti aspetta. Come Florentino. È una guerra di nervi: entrambi vogliono la stessa cosa, porre fine a una relazione trionfale per esplorare nuove strade, per Carlo la chiusura di una carriera straordinaria alla ricerca del sesto mondiale del Brasile, per Florentino la sedicesima Champions, ma nessuno vuol fare la prima mossa. A breve ne sapremo di più, in ballo ci sono due panchine colossali.