Il 12 maggio 2006 la Juve sprofondava nello scandalo e a Niksic nasceva il montenegrino autore della rete decisiva nel derby d'Italia
Lorenzo Topello
14 settembre - 09:07 - MILANO
Dal destro di Vasilije Adzic si sganciano un pallone e due coincidenze. Tutte le frecce vanno a finire nel bersaglio nerazzurro: la sfera muore sotto l'incrocio senza dare scampo a un Sommer abbacchiato e regala alla Juve ulteriori tre punti con conseguente bagno di adrenalina. Ma anche le due coincidenze sanguinano nerazzurro. La prima: montenegrino ha scelto l'Inter come avversaria per il suo primo gol in Serie A, esattamente come Zidane nel 1996-97. E soprattutto la seconda: Vasilije Adzic ha visto la luce mentre la Juve stava sprofondando nel buio. Nelle stesse ore, letteralmente: il montenegrino è nato il 12 maggio 2006, il giorno dello scoppio di Calciopoli. Può crescere un fiore da questo livore.
follia e coincidenze
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La Juve di Igor Tudor è baciata in fronte dall'incoscienza giovanile dei suoi protagonisti. Dall'entusiasmo di Thuram, dalla vitalità di Yildiz, dalla follia di Adzic ("Magico! Magico!" gli ha ripetuto Vlahovic fino alla noia, nel pieno dei festeggiamenti per il 4-3). Vasilije ha riportato il sole 19 anni e 124 giorni dopo la sua nascita, ovvero il giorno in cui la procura di Napoli notificò che erano indagati in 41 tra dirigenti di club e federali, oltre a designatori, assistenti, arbitri, un giornalista e agenti della Digos. Il 12 maggio 2006 la Juve si apprestava a festeggiare il secondo scudetto di fila con Capello in panchina, ma lo scandalo più discusso della storia calcistica italiana si frappose a gamba tesa. Ampliando i toni (già accesi da anni, per la verità) dello scontro fra juventini e nerazzurri. I bianconeri, improvvisamente orfani della loro Triade dimissionaria (Moggi, Giraudo, Bettega) vennero privati del tricolore. E l'Inter trionfò pur arrivando terza in campionato, viste le sanzioni a Juve e Milan.
luce
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Da Torino a Niksic, seconda città più grande del Montenegro, è questione di un pugno di ore. Il 12 maggio vede lì la luce il piccolo Adzic che già si immagina calciatore: in patria segna da quaranta metri e gli osservatori giurano "ecco, finalmente abbiamo trovato il nuovo Savicevic". Non hanno torto: la Juve lo preleva dal Buducnost, Tudor ci scommette per la prima squadra e lo butta in mezzo ai lupi. Adzic ne esce capobranco ululante a tutto lo Stadium. Che ricambia perché i migliori teatri riconoscono il talento. Il ragazzo ne ha da vendere. E non poteva che sprigionarlo contro l'Inter, per far aggiornare gli almanacchi e ricordare, con quella data di nascita, i veleni del tempo che fu. La luce, oggi, irradia solo casa Juve.