Addio a James Watson, il padre della scoperta del Dna

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Nel 1962 vinse il premio Nobel assieme a Francis Crick per la ricerca sulla struttura della doppia elica

Giacomo Martiradonna

7 novembre - 22:09 - MILANO

Si è spento, all'età di 97 anni, James Watson, uno dei pionieri della moderna biologia molecolare e premio Nobel per la Medicina nel 1962. La notizia della sua scomparsa è stata confermata dal Cold Spring Harbor Laboratory di Long Island, l'istituto statunitense di cui fu a lungo direttore e nel quale trascorse gran parte della sua carriera. Secondo quanto riportato dal New York Times, Watson è morto in un hospice di Long Island.

James Watson, Il genio dietro la scoperta del Dna

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Nato a Chicago nel 1928, James Dewey Watson mostrò fin da giovane un talento precoce per la biologia. Dopo il dottorato conseguito all'Università dell'Indiana, approdò a Cambridge, dove nel 1951 incontrò Francis Crick. Insieme, nel 1953, pubblicarono su Nature un articolo che descriveva per la prima volta la struttura a doppia elica del Dna, grazie ai dati ottenuti dalle immagini a raggi X di Rosalind Franklin. Al tempo, Watson aveva appena 25 anni.

Nel 1962, la consacrazione internazionale con il premio Nobel per la Medicina, condiviso con Crick e Maurice Wilkins. Negli anni successivi, Watson divenne una figura di riferimento nella comunità scientifica. Dal 1968 al 1993 guidò il Cold Spring Harbor Laboratory, che divenne sotto la sua egida uno dei più prestigiosi centri di ricerca al mondo.

Le controversie e il declino

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Negli ultimi decenni, la carriera di Watson è stata segnata da polemiche che ne hanno compromesso profondamente la reputazione. Nel 1997 sostenne che una donna avrebbe dovuto poter abortire se dalle analisi prenatali fosse emersa l'omosessualità del nascituro, e ipotizzò un legame tra colore della pelle e desiderio sessuale. In un'occasione disse che la bellezza potrebbe essere geneticamente manipolata: "la gente pensa che sarebbe orribile se facessimo tutte le ragazze belle; io invece ritengo che sarebbe meraviglioso". Nel 2007, disse che i neri "non sono intelligenti come i bianchi"; una dichiarazione che gli costò l'ostracismo dalla comunità scientifica. In seguito cercò di ritrattare, dando la responsabilità dello scivolone al giornalista che lo aveva intervistato: "Scrisse che ero preoccupato per la gente in Africa a causa del loro basso quoziente intellettivo... Qualcosa che non si può dire". E aggiunse: "È stato stupido da parte mia", precisando di non considerarsi razzista "in senso convenzionale".

Nel 2014, dopo anni di isolamento e difficoltà economiche, decise di vendere la sua medaglia del Nobel per quasi 5 milioni di dollari, acquistata da un miliardario russo che l'anno successivo gliela restituì.

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