A Bologna gli Stati generali della Rigenerazione urbana

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L'ex Manifattura a Torino, l'Ex Staveco a Bologna, il Porto Vecchio di Trieste, l'ex Arrigoni di Cesena: sono i più importanti processi di recupero di aree demaniali in Italia e sono tra i 24 progetti visibili il 15 e 16 maggio a Bologna, nel cortile di Palazzo Malvezzi Campeggi in via Zamboni, nell'ambito degli Stati generali della Rigenerazione urbana, 'Patrimonio pubblico in trasformazione', una mostra e un convegno a cura di Francesca Cremasco (Redazione della Rivista IN_BO) e Silvano Arcamone (Agenzia del Demanio), con il Centro Studi Cherubino Ghirardacci.
    Scopo dell'iniziativa, monitorare lo stato e la qualità dei processi di rigenerazione del patrimonio pubblico nelle città italiane. Al tema, Bologna offre occasioni di confronto cone l'area ex-Staveco - che sarà illustrata dal progettista e dal suo gruppo di progettazione - e il distretto Bertalia-Lazzaretto, precedentemente delle Ferrovie dello Stato.
    Coinvolti e presenti tutti i livelli di gestione territoriale, con la presenza di Irene Priolo (Assessora alla programmazione territoriale della Regione Emilia-Romagna), Alessandro Delpiano (CIttà Metropolitana di Bologna), Emily Clancy (vicesindaca di Bologna). I progetti in mostra - sottolineano gli organizzatori - dimostrano come gli approcci unilaterali sono perdenti e come occorre invece integrare aspetti sociali, culturali e ambientali. Per Maurizio Carta, professore di Urbanistica e assessore a Palermo, intervistato da Il Giornale dell'Architettura in occasione del convegno bolognese, le grandi aree oggetto di rigenerazione "possono diventare i crogiuoli pulsanti di una nuova urbanità, superando la tradizionale suddivisione tra abitare, lavorare e socializzare, e potendo diventare uno spazio ibrido, aperto alle esigenze cangianti e complesse della società contemporanea". Ma si tratta di opportunità che le amministrazioni sono davvero in grado di cogliere? Ne hanno effettivamente gli strumenti? Ilaria Agostini, ricercatrice dell'Università di Bologna, esprime perplessità, anticipando alcuni punti del suo intervento: prima di diventare occasioni per le cittadinanze, molti spazi restituiti alle città diventano asset finanziari per l'attrazione di fondi di investimento e capitali esteri.
   

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