Luciano Vulcano, ex assistente di Pioli negli anni al Milan, è il vice di Le Bris ai Black Cats, terzi in classifica. Viene dalla gavetta, ha lavorato con Mancini, De Boer e Pioli e fa parte a buon diritto della nuova generazione azzurra che splende in panchina
Luciano Vulcano studiava architettura, quando decise che nella vita sarebbe stato più interessante costruire ponti per arrivare in porta. Era il 2009. Sedici anni dopo, è il vice allenatore del Sunderland, terzo in Premier League con la sceneggiatura più improbabile del 2025: una neopromossa, per i bookmaker la prima candidata alla retrocessione, che dopo 9 giornate guarda dall’alto City, United, Liverpool, Chelsea e Newcastle. C'è un pezzo di Italia sul podio della Premier.
chi è vulcano
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Vulcano ha appena vinto la partita tra italiani contro Maresca (Chelsea-Sunderland 1-2, contropiedone e gol di Talbi al 93’) ma ha una storia infinitamente diversa. Maresca ha sempre avuto un posto in prima fila: nazionali giovanili, la Juventus a 23 anni, le coppe vinte col Siviglia, la fama di predestinato dai primi passi come allenatore nelle giovanili del City. Vulcano viene dalla galleria perché ha iniziato come tanti, allenando per cinque anni le giovanili del Varese e vivendo le notti infinite dei match analyst, che passano ore a fare l’autopsia tattica di una partita per presentare una relazione all’allenatore. A 37 anni ha già lavorato al Verona, all’Inter con Mancini e De Boer, ovviamente con Pioli, che ha seguito tra Inter, Fiorentina, Milan e Al Nassr, un percorso lungo 8 anni chiuso in estate. Sulla strada, ha vinto uno scudetto al Milan, ha fatto un anno da vice allenatore in Arabia e ha studiato a Coverciano, venendo scelto dalla Figc come migliore in assoluto nei corsi Uefa A e Uefa Pro. Primo davanti a tanti ex calciatori.
il rapporto con le bris e pioli
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Il Sunderland lo ha cercato un anno fa – niente da fare, Pioli stava per andare all’Al Nassr – e in estate ha riprovato: affare fatto. La coppia in panchina ora è particolare. Comanda Régis Le Bris, francese, iper analitico, un dottorato in fisiologia e i numeri come chiave di lettura delle partite. Al suo fianco Vulcano, italianissimo per formazione, più legato al campo e al rapporto con i giocatori. “Regis è uno degli allenatori più intelligenti con cui abbia lavorato – ha detto nelle interviste di queste settimane -. È calmo, concentrato, con una visione chiara, ma quello che mi ha impressionato di più di lui è la sua umanità. Ascolta, spiega e i giocatori rispettano questo modo di fare”. C’è chiaramente qualcosa in comune con Pioli, di cui Vulcano in estate ha parlato come si fa con i maestri di vita: “Mi hai insegnato molto e lo porterò sempre con me – ha scritto su Instagram -. Se tutto questo è stato possibile, è merito tuo”.
giovani allenatori italiani
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Bene Le Bris, bene Pioli, ma qui conta il grande quadro, il filo biancorossoverde che unisce le spiagge di Rio de Janeiro ai cantieri navali di Sunderland, il Poetto ai ponti di Porto. C’è una nuova generazione di allenatori italiani, nati nella seconda metà degli anni Ottanta, che si sta facendo largo. Farioli al Porto e Domenico Tedesco al Fenerbahçe sono i riferimenti di tutti: sembrano in questo mondo da una vita. Davide Ancelotti al Botafogo e Alessio Lisci in Liga hanno il mondo come orizzonte. In Italia, Fabio Pisacane ha iniziato bene al Cagliari, Ignazio Abate, Matteo Andreoletti e Andrea Chiappella allenano in B (e Abate ha la sfida più difficile extra campo... ma è anche quello che è partito meglio). Vulcano è più indietro nel percorso ma nel quadro si inserisce bene. Il Sunderland non potrà essere terzo per sempre, perché la Premier è troppo competitiva, ma l’impressione è che di lui si sentirà parlare ancora, ai Black Cats o altrove. In 10 anni è passato dai ragazzini a Cristiano Ronaldo e ha già detto pubblicamente di pensare a un futuro da capo allenatore. Se la storia insegna, ci arriverà.

