Originario dell'isola, nel 2024 è diventato italiano e punta a una chiamata in azzurro: "Per ora è un sogno, vediamo cosa accadrà". E su Gila: "Rispetto a Inzaghi è più tranquillo, mi piace"
Matteo Tramoni rappresenta l’emblema del corso: un ragazzo silenzioso e serio, che senza sprecarsi in lunghi giri di parole risponde con grande sincerità a domande personali e di squadra. Senza illudersi ma senza neppure nascondersi. L’uomo copertina del ritorno in Serie A era stato infatti l’attaccante nerazzurro, nato ad Ajaccio nel 2000, che a livello giovanile aveva rappresentato la Francia tra Under 18 e Under 19 ma di recente ha ottenuto la cittadinanza italiana, garantendosi quantomeno la possibilità di sognare l’azzurro. Del resto, l’ex ct Luciano Spalletti l’aveva fatto seguire da vicino. A permettergli di esplodere era stato soprattutto Pippo Inzaghi, affidandosi a lui nonostante problemi fisici (lesione al legamento crociato) che rischiavano di comprometterne le stagioni successive. Chissà se in un prossimo futuro - anche grazie alla vetrina Serie A - lo monitorerà pure il nuovo allenatore dell’Italia Gattuso. Di sicuro c’è che oggi Tramoni si è ritrovato comunque in buone mani, finendo tra quelle di Gilardino. E per un grande appassionato di Formula Uno come l’esterno del Pisa, l’ex tecnico del Genoa rappresenta il profilo perfetto per puntare al salto definitivo. Che coinciderebbe con la salvezza del Pisa da protagonista, emozionante “almeno quanto il ritorno in A conquistato nella scorsa stagione”.
Tramoni, che macchina è questo Pisa?
"Così a bruciapelo non mi viene in mente un esempio pratico. Difficile... sicuramente non siamo tra i favoriti per ottenere la salvezza, ma faremo di tutto per raggiungerla".
E Gilardino che pilota è?
"Non lo conosco ancora bene come allenatore, ma come persona mi ha dato l’impressione di essere uno molto calmo, tranquillo, silenzioso. La principale differenza che ha il nuovo allenatore rispetto a Pippo Inzaghi è questa. Ci siamo un po’ parlati durante gli allenamenti, ma a livello personale non ancora. Non è uno che chiacchiera tantissimo: non mi dispiace, essendo anche io di carattere sono un po’ così".
Però Gilardino ha fatto spiccare il volo a svariati giocatori. Tra i tanti c’è Gudmundsson, uno che per caratteristiche è simile a lei.
"Spero di emulare il percorso di Albert, perché quando ho visto la sua crescita ho pensato che seguendo i consigli dello stesso mister potessi esserne capace anche io".
Quante possibilità ha di salvarsi il Pisa?
"Io ci credo, come credevo lo scorso anno nella promozione. Il gruppo ad oggi è praticamente lo stesso e nella scorsa stagione era stato la nostra forza. Abbiamo le armi giuste per raggiungerla. La promozione dello scorso anno è stata qualcosa di indimenticabile, è stato bellissimo. Adesso diventa più difficile, quindi se dovessimo realmente conquistare la salvezza credo che la città sarebbe ancora più felice".
Ha fissato un obiettivo personale per la prossima annata in Serie A?
"Lo scorso anno ho avuto tanti infortuni, quindi l’obiettivo principale per la prossima stagione diventa quello di non subirne così tanti. Voglio lasciarmi alle spalle i problemi e pensare al futuro. Mi sto concentrando sul mio fisico, poi cercherò di fare le giuste prestazioni per aiutare la squadra".
Spalletti aveva mandato alcuni emissari a seguirla da vicino. Crede in una chiamata della Nazionale?
"Sì, ma è solo un pensiero. Mi farebbe enormemente piacere. È presto per pensare di poter giocare il prossimo Mondiale con l’Italia, ma è ancora presto. È un grande sogno. Vedremo, ma il primo obiettivo è fare bene con il Pisa. Poi vedremo cosa accadrà".
E se pensa a quei messaggi che scambiava con Dembelé del Psg, sempre più vicino a diventare il prossimo Pallone d’oro?
"Tanto tempo fa, forse 5-6 anni. Ci sentivamo io, lui e mio fratello (Lisandru, anche lui giocatore del Pisa, ndr). Ma recentemente non è più successo".