Progettata una tuta spaziale con muscoli artificiali, per Marte

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E' stata progettata per le future esplorazioni di  Marte e sperimentata in Australia, la tuta con muscoli artificiali progettata dall'italiano Emanuele Pulvirenti, che dopo gli studi a Napoli lavora nel Regno Unito, all’Università di Bristol. La sperimentazione è avvenuta nel centro di ricerca Crater, uno dei più importanti siti di simulazione al mondo nel quale viene ricostruito l'ambiente marziano.

Generazioni di astronauti hanno raccontato quanto sia difficile muovere gambe e braccia all'interno delle tute spaziali, veri e propri veicoli che devono isolare il corpo dalle condizioni esterne e allo stesso tempo fornire l’aria necessaria alla sopravvivenza. Per questo da anni sono allo studio soluzioni per superare questi limiti.

 Ricerche in questa direzioni sono state condotte dalla Nasa con la tuta denominata Iron Man e dall’Agenzia della difesa americana Darpa ma finora con scarsi successi. A sviluppare ora una nuova soluzione è il gruppo britannico guidato da Pulvirenti.  “Fortunatamente mia nonna lavorava come sarta e ha potuto darmi qualche consiglio”, ha detto il ricercatore. E' stato grazie a un mix di nuove tecnologie e saperi antichi che ha portato allo sviluppo di una tuta composta da due strati: uno esterno in nylon e uno interno in materiale termoplastico che consente un gonfiaggio ermetico. Il tutto rafforzato con strati di kevlar in punti strategici, come le ginocchia.

  "La speranza è che questa tecnologia possa aprire la strada a futuri sistemi robotici indossabili che migliorino le prestazioni degli astronauti e riducano l'affaticamento durante le attività extraveicolari di superficie”, ha osservato Pulvirenti. Dopo i test, superati con successo, i ricercatori sperano di poter eseguire nuovi test a bordo della Stazione Spaziale Internazionale prima che venga dismessa, nel 2030. 

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