Pogacar "stile 007" domina pure la cronoscalata. Crollo Remco, si salva Vingegaard

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Sulla pista dell’aeroporto di montagna, dove nel 1997 è stato girato "Il domani non muore mai”, lo sloveno dà un’altra mazzata ai rivali: il danese a 36”, Roglic a 1’20”, Evenepoel a 2’39”. Sabato arrivo in salita sui Pirenei

Luca Gialanella

Giornalista

18 luglio - 17:53 - MILANO

Tadej, c’è solo lui. È di un giallo abbagliante la sua maglia di leader del Tour sull’arrivo nell’aeroporto di montagna di Peyragudes nei Pirenei, a 1580 metri di quota: su questa pista nel 1997 venne girato il film “Il domani non muore mai”, il diciottesimo della saga di 007 con Pierce Brosnan. Pogacar dà un’altra mazzata al Tour de France, e sembra quasi dire “Il mio nome è Tadej, Tadej Pogacar”. Nella cronoscalata da Loudenvielle a Peyragudes, 10,9 chilometri per 650 metri di dislivello, 8 km di salita con pendenza media del 7,9% e massima del 16%, il fenomeno sloveno della Uae Emirates centra la quarta vittoria di tappa in questa edizione, dopo Rouen, Mur de Bretagne e Hautacam, e aggiorna i suoi numeri al Tour: 21a tappa e 46a maglia gialla, con distacchi impietosi per i rivali.

Secondo è Vingegaard a 36”, terzo Roglic a 1’20” (che sceglie di usare la bici da cronometro e fa la crono sempre in posizione aerodinamica), quarto Lipowitz a 1’56”. Disastrosa la prestazione di Remco Evenepoel. Dopo la durissima giornata a Hautacam, quando ha perso 3’35” da Pogacar, Evenepoel si conferma con le gambe pesanti anche in una specialità di cui è campione olimpico e mondiale: il fiammingo viene messo nel mirino da Vingegaard, partito due minuti dopo, sembra fermo sulle pendenze del 16% negli ultimi 200 metri, è in crisi e viene superato dal danese negli ultimi 50 metri. Un’umiliazione mai vissuta prima nella carriera del venticinquenne belga.

Adesso in classifica, dopo 13 tappe, Pogacar comanda con 4’07” su Vingegaard, 7’24” su Evenepoel, 7’30” su Lipowitz, 8’11” su Onley, 8’15” su Vauquelin e 8’50” su Roglic, che ha dimostrato di essere in ripresa e si conferma in lizza per il podio. Sono distacchi molto ampi e manca ancora un arrivo in salita sui Pirenei, domani a Superbagneres, poi martedì il Ventoux e la doppietta alpina di giovedì e venerdì a Couchevel e La Plagne. Pogacar rischia di infliggere distacchi a due cifre ai rivali sul podio finale dei Campi Elisi di Parigi domenica 27 luglio.

Tempi

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Pogacar subito fortissimo e passa in testa nei due tempi intermedi. Al primo intertempo dopo 4 km Tadej ha 5’28” con 5” su Evenepoel, 8” su Vingegaard e 15” su Roglic; al secondo rilevamento, al km 7,6, in salita, Pogacar miglior tempo in 14’23”, media 31,7 km/h, con 23” su Vingegaard, 52” su Roglic e ben 1’19” su Evenepoel, che non appena la salita è diventata più tosta ha iniziato a perdere secondi su secondi. Programma / Domani la tre giorni sui Pirenei si conclude con la tappa 14, sabato 19 luglio, Pau-Luchon/Superbagneres, km 182,6: dislivello 4950 metri, arrivo in salita e cinque stelle di difficoltà. E’ un arrivo in quota molto esigente. Innanzitutto c’è il Tourmalet, da scalare dal versante di Luz Saint Sauver, il meno frequentato dal Tour: 19 km al 7,4%. Poi il Col d’Aspin da Payolle (5 km al 7,6%) e infine l’arrivo a Superbagneres, 12,4 km al 7,5% e punte del 12%. Qui nel 1979 Bernard Hinault prese la maglia gialla, poi si inchinò a LeMond nel 1986, e infine Fignon nel 1989 mise alle corde l’americano, gli tolse la maglia gialla ma con appena 7” di vantaggio. E sui Campi Elisi la beffa più crudele nella crono finale.

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