Newey, prime parole targate Aston Martin: "In F1 contano gli uomini più della tecnologia"

5 ore fa 2

Il progettista strappato alla Red Bull: "Le vittorie? Il segreto è essere creativi. Vengo da una famiglia di artisti. In Red Bull avevamo un gruppo fantastico, ma anche una delle peggiori gallerie del vento…"

Jacopo Moretti

13 maggio - 23:18 - MILANO

“In Formula Uno c’è sempre più tecnologia, ma sono le persone a contare davvero”. Parola di Adrian Newey, progettista di Stratford-upon-Avon, la città di Shakespeare, e da marzo impegnato in un’impresa: risollevare l’Aston Martin. Avere l’inglese in squadra significa anticipare, spingersi oltre e lo sa bene Lawrence Stroll, disposto a mettere sul piatto una cifra enorme (oltre 30 milioni di dollari l’anno) pur di assicurarselo. La scorsa estate il miliardario canadese ha battuto la concorrenza della Ferrari, vicinissima a prenderlo, convinto che anche a Silverstone il genio continuerà a fare che gli riesce bene da ormai quarant’anni: vincere.

i segreti di newey

—  

Già, perché in una Formula Uno, dove attorno ad una monoposto operano circa un migliaio di persone, è difficile pensare che un singolo possa essere ancora così decisivo. Eppure con Newey è diverso. “Il segreto è essere creativi – spiega lui – vengo da una famiglia di artisti e disegno da quando ero bambino. Poi a dieci anni ho deciso che avrei fatto il progettista. Probabilmente non sapevo nemmeno cosa significasse ma da allora il mio obiettivo è impiegare la mia creatività a servizio della velocità, è questo l’aspetto che più mi affascina”. Gli strumenti, però, sono quelli di sempre: “Non ho mai smesso di usare il mio tavolo da lavoro. Per me è come parlare, una volta imparato non lo scordi più e io sono cresciuto disegnando. Potrei usare il computer, certo, ma sarei solamente più lento e ho bisogno di avere l’intero progetto davanti a me. In pista mi annoto idee e spunti sul mio taccuino e poi provo a tradurle in un disegno in fabbrica, ma lo faccio in un modo particolare, quasi incomprensibile, al punto che a volte nemmeno io capisco quello che ho scritto”.

il piano aston

—  

Oggi l’Aston Martin naviga a vista. La scuderia inglese ha raccolto solamente 14 punti e Alonso – ancora a secco di piazzamenti iridati – soffre una AMR25 terribilmente complicata aspettando Newey. Ma per la mano del genio Fernando dovrà attendere ancora: “Ho avuto qualche conversazione con il gruppo che si occupa dell’attuale monoposto – spiega l’inglese – la mia attenzione è però rivolta al 2026. Credo sia la prima volta che i regolamenti relativi a telaio e motore cambiano insieme, un aspetto interessante ma che mi spaventa un po'…”. Insomma, per cambiare la rotta ci vogliono scelte audaci: “Non sarò una cheerleader o uno di quei coach di football americano, ma questo non vuol dire che non possa prendere decisioni importanti quando serve – chiarisce Newey - in certi momenti bisogna anche saper dire ad un ingegnere: stai seguendo la direzione sbagliata. Fermati”.

rimpianto

—  

Chissà se lo rimpiangeranno in Red Bull, dove continuano a minimizzare ribadendo che la squadra vale più del singolo. “È vero, avevamo un gruppo fantastico – conferma il genio – ma anche una delle peggiori gallerie del vento…”. Un problema che non si dovrà porre in Aston Martin, dove disporrà di strutture di ultima generazione. “Lawrence Stroll ha fatto un lavoro incredibile costruendo la sede di Silverstone. È la migliore di tutta la F1”. Importante, sì, ma non abbastanza: “Credo molto più nelle persone che negli strumenti. Voglio aiutare questa squadra a crescere e se sapremo lavorare bene i risultati arriveranno. Ma non dovremo sognare ad occhi aperti: bisognerà essere realisti e costruire il nostro futuro con pazienza”. E pensare che c’era chi era pronto a scommettere che avesse perso la motivazione: “Amo questo sport. Amo il lavoro. Amo l’idea di risolvere problemi complessi insieme. Questo è ciò che mi motiva davvero ogni giorno.”

Leggi l’intero articolo