(di Laura Valentini)
La Supercazzola è entrata da tempo
nel dizionario Treccani come 'parola strampalata e assurda,
discorso senza capo né coda, rivolti con convinzione a qualcuno
per confonderlo e ingannarlo' ma "a volte si capisce che chi la
usa sembra non conoscerne l'origine". Parola di Gianmarco
Tognazzi, secondo il quale "forse 'Amici miei' andrebbe passato
in tv qualche volta in piu'".
Ad accendere un faro sull'iconico film in cui Ugo Tognazzi
(nei panni del conte Mascetti) pronuncia il celebre discorso
completo di supercazzola al vigile Paolini, l'omaggio che al
protagonista di 'Amici miei' è stato reso ieri sera, nell'aula
dei gruppi parlamentari della Camera, da un foltissimo gruppo di
amici e colleghi con in prima fila i figli Gianmarco e Ricky
Tognazzi. L'occasione: i cinquant'anni dall'uscita sugli schermi
della pellicola diretta da Mario Monicelli che racconta le
vicende di un gruppo di amici cinquantenni di Firenze che
annegano le loro inquietudini e preoccupazioni con scherzi a
danno del prossimo.
A fare gli onori di casa il presidente della commissione
Cultura Federico Mollicone, che ha definito Tognazzi "un
pilastro della nostra cinematografia", con il critico Enrico
Magrelli a coordinare gli interventi di chi ha voluto offrire un
ricordo di 'Ugo' come lo chiama invariabilmente il figlio
Gianmarco: dalle attrici Barbara Bouchet (con Tognazzi fece
'L'Anatra all'arancia') e Liana Orfei ("venivo dal circo, ho
girato con Tognazzi il mio primo film, mi ha insegnato tanto e
gli devo dire grazie"), a Saverio Vallone, Marco Risi, Michele
Placido.
Magrelli ricorda come in 'Amici miei' - interpretato con
Tognazzi da Duilio Del Prete, Gastone Moschin, Philippe Noiret
e Adolfo Celi - al di là "della maschera giocosa, c'è una
malinconia di fondo che rende il film profondamente
esistenzialista". Nei titoli di testa compare la scritta "un
film di Pietro Germi", seguita dalla dicitura "regia di Mario
Monicelli", poiché Monicelli decise di realizzare il film
soltanto dopo la morte di Germi, nel 1974. Benvenuti, Pinelli e
De Bernardi avevano scritto la sceneggiatura per lui che poi per
l'aggravarsi della malattia dovette rinunciare chiedendo a
Monicelli di completare il lavoro. "Marco ha ritrovato la
sceneggiatura originale - racconta Ricky Tognazzi - sono 400
pagine". Da quelle pagine il capolavoro della commedia che uscì
al cinema nel 1975. "Credo che la vera comicità non solo di Ugo
ma di quella generazione era connessa con il fatto di avere
un'aura, qualcosa che andava oltre il carisma" dice Gianmarco
Tognazzi.
Un anno prima di 'Amici miei' uscì al cinema 'Romanzo
popolare', primo ruolo importante di Michele Placido. "Ho
incontrato Ugo sul set del film, dove mi ha aiutato tanto, anche
nel rapporto con Monicelli" racconta l'attore e regista. Che
ricorda con affetto il clima e la convivialità della casa al
mare nel Villaggio Tognazzi a Torvajanica: "Ci venivano tutti,
da Pavarotti a Gassman: quando non ero nessuno, uscivo da poco
dall'Accademia di arte drammatica, andavo là, c'era questa
grande ospitalità, si mangiava bene, si giocava a tennis". E la
leggenda narra che al festival di Venezia, dove veniva
presentato 'Il prato' dei fratelli Taviani, Placido preferì
l'atmosfera amicale del Villaggio. A domanda diretta l'attore si
schermisce ma poi risponde: "Sì sono andato lì".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA

21 ore fa
3



