Il centravanti è l'unico grande dubbio della vigilia per il tecnico portoghese. Se il Milan è in finale è grazie al serbo, ma il messicano è in netta ripresa: ultime ore di riflessione
Luka il moro che sa fare tutto ma negli ultimi anni ha combinato poco o Santi il biondo, che fa molto bene una cosa, ma è la più importante? Il Milan per la finale di Coppa Italia ha un solo dubbio, che però riguarda il giocatore più in vista, il centravanti. Subito la situazione: Luka Jovic è favorito per giocare dal primo minuto su Santiago Gimenez.
i numeri di jovic
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Il Milan nell’ultimo mese ha cambiato pelle, ha cominciato a giocare con il 3-4-3 e Jovic è sempre stato il titolare. In sei partite su sei è stato schierato dall’inizio, anche se a Venezia ha avuto un problema fisico ed è andato in panchina, lasciando il campo a Abraham. Non cambia però la condizione di partenza: Conceiçao in questo periodo si fida di lui, anche se Luka ha giocato solo cinque partite da titolare in tutto il campionato. È più importante il fatto che sia stato lui a pagare il biglietto per Roma a tutto il Milan: nella semifinale di ritorno contro l’Inter ha segnato due gol, due dei più importanti della stagione.
perché jovic
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Luka mette quest’ultimo mese nel curriculum e questo è il primo motivo per cui è lui la scelta logica per la finale con il Bologna. Il Milan, da quando c’è lui, funziona. Per il secondo, riavvolgere le pagine della storia. Jovic ha giocato nel Real Madrid, ha segnato 10 gol in un’edizione di Europa League con l’Eintracht Francoforte, con la Serbia ha vissuto tutte le pressioni di un Mondiale. È abituato. L’Olimpico in una serata di maggio non può fargli paura. Poi c’è il campo. Jovic è un attaccante completo, che sa giocare per la squadra e aprire spazi ai compagni, soprattutto al compagno con il 10 che gioca largo a sinistra. Conceiçao su questo ha preso nota da tempo.
perché gimenez
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Gimenez però ha aperto il dibattito con la forza dei gol. Ha segnato tre volte nelle ultime tre partite e in questo piccolo periodo, sommando gli spezzoni, gira alla media irreale di quattro gol a partita, come nei cartoni animati. La condizione mentale, quindi. Poi i ricordi freschissimi della partita con il Bologna, in cui ha segnato due volte e dato un gran fastidio alla difesa di Italiano. Quale allenatore manderebbe in panchina un attaccante che, con la stessa avversaria, ha appena segnato due gol in 20 minuti?
fattore abraham
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E allora, ognuno può scegliere il suo preferito anche se, alla fine, sarà importante solo capire chi sarà il prescelto di Conceiçao. Probabile che in silenzio scelga la soluzione più logica, cioè Jovic, e lasci i milanisti a discutere. Conta di più un attaccante che gioca la prima ora oppure quello che entra per l’ultima mezz’ora, in cui le partite si decidono, e magari si allunga ai supplementari? In tutto questo discorso, Tammy Abraham è una comparsa, come i due uomini sullo sfondo dell’Urlo di Munch, che nessuno nota ma sono lì da 140 anni. Sa bene che, nell’altra finale giocata dal Milan in stagione, è stato lui a entrare nel secondo tempo, quando Conceiçao - questione di vita o di morte - aveva bisogno di un gol. Come sia finita, lo sappiamo tutti.