Carrefour valuta l'ipotesi di un addio all'Italia

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Carrefour sta ridisegnando la sua strategia e la presenza in Europa e valuta l'ipotesi dell'uscita dall'Italia. Il gruppo francese guidato da Alexandre Bompard, si è affidato a Rothschild per sondare il mercato alla ricerca di potenziali compratori.

Al momento ci sarebbero, secondo quanto ha ricostruito il Corriere della Sera, già alcune aziende della grande distribuzione interessate a rilevare i negozi del gruppo francese. L'Italia, secondo i risultati finanziari dell'anno scorso, rappresenta per Carrefour il quinto mercato dopo la Francia, Brasile, Spagna e Belgio. Il gruppo francese ha aperto il suo primo negozio in Italia nel 1993 e ora gestisce 1.185 negozi, dai minimarket e supermercati agli ipermercati e ai cash & carry store, generando 3,7 miliardi di euro di vendite nette.

L'eventuale cessione dei negozi italiani rientrerebbe nell'ambito di una strategia più ampia relativa alla revisione di tutti gli asset. Al momento sul tavolo ci sarebbero più ipotesi. La prima, e probabilmente la favorita dai francesi, sarebbe quella di una cessione ad un unico compratore. Ma non viene esclusa anche la possibilità di vendite in più tranche oppure l'adozione di un modello in franchising. Negli ultimi anni, a livello globale, ha già messo in campo operazioni per ridurre i costi, dirigendosi progressivamente sul franchising, che oggi rappresenterebbe il 75% dell'intera rete.

Qualsiasi eventuale operazioni di cessione avrebbe comunque bisogno del sostegno degli azionisti di riferimento di Carrefour, tra cui la famiglia Moulin, proprietaria del gruppo francese di grandi magazzini Galeries Lafayette, che ha una partecipazione, secondo indicazioni di Bloomberg, del 9,46% del capitale.
 

Nelle settimane scorse Carrefour Italia ha annunciato un piano di riorganizzazione della sede centrale di Milano con 175 esuberi. L'obiettivo dell'operazione, secondo quanto riportato in una nota del gruppo in occasione dell'annuncio degli esuberi, sarebbe di "accelerare ulteriormente il percorso di trasformazione del business, incentrato sul modello del franchising, e rilanciare la sostenibilità finanziaria e commerciale dell'azienda". Una decisione - spiega il gruppo - "strettamente connessa alla complessità delle condizioni del mercato italiano, all'interno del quale il settore della grande distribuzione si contraddistingue per una competizione intensa e frammentata, a fronte di un potere d'acquisto in diminuzione".

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