Biraghi, il tuttofare del Toro: difensore d'assalto e mancino milleusi

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Dal suo arrivo a febbraio è il primo della squadra per cross, occasioni create e ingressi nell’area avversaria

Simone Battaggia

Giornalista

13 maggio - 11:05 - MILANO

Cristiano Biraghi è molto più di una certezza della difesa del Torino. Pur nella sconfitta, la prestazione di domenica contro l’Inter ha confermato con forza ciò che si è iniziato a vedere a febbraio, quando l’ex capitano della Fiorentina è arrivato in granata e in poco tempo si è preso la posizione di sinistra della linea a quattro disegnata da Vanoli. E cioè che Biraghi ha una vocazione fortemente offensiva, perché la sua presenza nelle giocate d’attacco è costante. Questione di piede, certamente: il suo sinistro è preciso e potente, buono per i cross, per le punizioni dirette in porta, per quelle che cercano gli uomini in area. A differenza di Elmas - che condivide con lui quella parte del campo - sulla sinistra può cercare la profondità e mettere dentro palloni a uscire. Oppure semplicemente attaccare l’area. In tutte le azioni-chiave del Torino contro l’Inter c’è stato lo zampino di Biraghi. Suo, alla fine del primo tempo, il cross dalla sinistra su cui Adams si è avventato in tuffo, per un colpo di testa che Josep Martinez ha tolto dalla rete con uno straordinario riflesso. Sua, a fine partita, la punizione che ha trovato la sponda di Maripan per la girata di Masina in gol, poi annullato per una spinta dubbia su Asllani. Suo uno dei pezzi più pregiati della giornata, uno slalom a saltare De Vrij per attaccare l’area - c’era però fuorigioco - così come il tiro al volo stoppato da Dumfries con il braccio in ripiegamento. Un campionario non banale per un difensore

uomo d'attacco

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I numeri però dicono che Cristiano Biraghi non è affatto un difensore. O meglio, non solo. L’esordio in granata è dell’8 febbraio, in casa contro il Genoa. Quel giorno entrò per una ventina di minuti, al posto di Sosa. Nel turno successivo a Bologna giocò 9’, sempre al posto del croato, ma da quel momento in poi è sempre stato titolare, ed è diventato il giocatore che ha creato il maggior numero di occasioni per il Torino: 24, il secondo è Vlasic con 13. E se quelle confezionate su palla inattiva sono tante (11, una sola da parte di Lazaro), quelle su azione restano comunque 13, le stesse del trequartista croato. Biraghi è primo anche per i cross - 91, il secondo è Lazaro con 30 -, compresi quelli su azione: 43, il secondo è Elmas con 19. Ma il difensore è anche il giocatore della sua squadra che effettua più passaggi nella metà campo offensiva - 246, Vlasic è a 222 -, quello che subisce il maggior numero di falli nell’ultimo terzo di campo avversario - 5, come Elmas - e quello che nell’area avversaria entra più volte con la palla al piede: 97, secondo Lazaro con 37. In generale, Biraghi è poi secondo tra i granata per numero di palloni giocati: è arrivato a 714, davanti ha soltanto Maripan con 767. 

processo di crescita

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L’ex viola non ama parlare di sé stesso. Domenica, al termine della partita, è sembrato però molto coinvolto all’interno dello spogliatoio. "Il salto di qualità a livello mentale è in corso. Alla Fiorentina da quando è iniziato il processo di cambiamento ci abbiamo messo tre anni a crescere. Da quando sono arrivato il processo di crescita è iniziato, questo processo passa anche dagli errori che abbiamo fatto, dalle partite che in casa dovevamo vincere e che non abbiamo vinto. Si spera che da questo possiamo imparare per l’anno prossimo. Per ambire all’Europa servono 65 punti, non si può pretendere che il percorso di crescita duri solo due mesi, in due mesi non guadagni 20 punti in classifica. Non siamo del tutto contenti di quello che abbiamo fatto, sappiamo che il prossimo anno ci sarà ancora da lavorare per crescere, l’allenatore ha ben chiaro ciò che vuole fare e noi giocatori più esperti dobbiamo cercare di fare in modo che questo percorso sia il più veloce possibile".

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